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Il sistemaDroCaspuntaproprioapre-
vedere i fattori di rischio e a creare
delle piste perfette dal punto di vista
della sicurezza.
Esattamente. Basti pensare che, nell'arco
dell'intero week-end di Rio Hondo, trenta-
cinque cadute su trentasei sono avvenute
esattamente nei punti in cui avevamo calco-
lato una probabilità maggiore. La sicurezza
non è opinabile ma va calcolata. Ci sono del-
le curve che non sembrano pericolose ma in
realtà lo sono, quindi le vie di fuga devono
essere adeguate e i commissari devono esse-
re posizionati in maniera idonea. Ci sono
altre curve che sembrano pericolose ma in
realtà non lo sono. Ciò vuol dire che le vie di
fuga possono essere meno ampie e i fotogra-
fi, così come le tribune, possono posizionar-
si più vicino. L'ultima piega di RioHondo ha
una traiettoria obbligata in modo tale che i
piloti accelerino lontano dal muro, a diffe-
renza ad esempio del rettilineo principale di
Valencia dove la linea ideale è un metro dal
pit-wall, e quindi non creano problemi a chi
dal muretto espone le time-board.
Quali sono i principali fattori che
prendete in considerazione quando
progettate un circuito?
Uno dei principali fattori è il consumo delle
gomme. Ci sono curve, ad esempio come la
Sachsen Kurve del Sachsering, dove i piloti,
dopo aver percorso in pieno una lunga
sequenza di curve a sinistra, arrivano ad una
piega a destra con la spalla fredda e cadono.
Se a cadere è unprofessionista delleMotoGP
il problema è relativo, in poche ore avrà una
moto nuova. Se invece cade un semplice
appassionato durante un track day, rischia
di andare incontro a danni molto onerosi.
Quando progetto una pista tengo conto
anche di questi fattori non propriamente
"racing". La sequenza delle curve 9, 10 e 11
di Rio Hondo, che inizialmente era un unico
curvone, è un esempio di questi. I piloti
sarebbero arrivati all'ultimo tornante con la
spalla destra fredda e quindi la probabilità di
caduta sarebbe stata troppo elevata.
Quali sono stati i commenti dei piloti
all'indomani della gara?
Erano tutti entusiasti. La prima cosa che mi
hanno fatto notare è che questo un tracciato
perfettamentecompatibileperlemoto.Inpar-
ticolar modo ne hanno apprezzato la difficol-
tà e la possibilità di percorrere più di una cur-
va in pieno. Dei commenti positivi sono giun-
ti anche dai piloti del WTCC dopo la gara del-
lo scorso anno. Inparticolarmodo JoseMaria
Lopez, l'unico ad aver girato anche sul vecchio
tracciato, lohadefinito ilmiglioredi tutta l'Ar-
gentina.Haapprezzatolapossibilitàdisceglie-
re due-tre traiettorie diverse per ogni curva.
Un vero successo, in particolar modo
in questo periodo in cui nascono mol-
ti tracciati ultra moderni ma senza
una vera e propria anima. Qual è il
segretoper disegnareunapista ingra-
do di lasciar contenti i piloti?
In genere chi progetta i tracciati ha due
approcci diversi. C'è chi non tiene assoluta-
mente conto di cosa pensano i piloti puntan-
do a creare qualcosa di appariscente e chi,
diversamente, gli disegna il tracciato su
misura. In questi anni ho girato numerose
piste in giro per il mondo cercando di capi-
re cosa piacesse di più ai piloti ma nello stes-
so tempo cogliendo anche l'opinione di team
manager, meccanici, giornalisti, commissa-
ri e in generale di tutti gli addetti ai lavori. Il
mio approccio consiste nel cogliere le sensa-
zioni, talvolta le emozioni, e cercare di
costruire qualcosa in grado di suscitarle.
Un lavoro prettamente psicologico
insomma. Quanto conta in questo
caso l'intuito del progettista?
Direi che l'intuito è fondamentale. Per quan-
to riguarda la sicurezza, ci basiamo pretta-
mente su dei calcoli che prendono in consi-
derazione una casistica. Per il layout invece
è importante creare qualcosa di bello e al
contempo originale, non fare un collage
prendendo le parti migliori delle altre piste
come è successo a Magny Cours. Mi è capi-
tato in più di un occasione di osservare da
vicino curve come il cavatappi di Laguna
Seca, la 130Rdi Suzuka o il Karussel del Nor-
dsheleife. Ciò che ho provato a replicare nei
miei tracciati non è il disegno della curva in
se, quanto la filosofia che c'è dietro, il piace-
re che genera sia a chi la percorre sia a chi
guarda la gara. Punto sempre adare unaper-
sonalità ai miei tracciati, a creare un "tutto
armonico".
Al momento vi state occupando anche
dellaprogettazioneedellarealizzazio-
ne dei nuovi autodromi di Pontedera
e Verona. A che punto sono?
Il progetto "Motorcity" a Verona è stato
approvato nel 2010. La fase di reperimento
dei fondi è a buon punto, il problema è che
l'amministrazione locale vuole prima ade-
guare tutta una serie di infrastrutture intor-
no al circuito e stanno avendo qualche pro-
blema per stanziare i fondi necessari. Ponte-
dera è in attesa dell'ultima fase dell'iter d'au-
torizzazione e, se tutto va bene, il prossimo
anno inizieranno i lavori. E' una pista pro-
gettata principalmente per gli appassionati
che vogliono divertirsi in tutta sicurezza
piuttosto che alle competizioni.
E all'estero?
Al momento ci stiamo occupando del nuovo
tracciato di Vladivostok in Russia e nel frat-
tempo seguiamo altri progetti in Serbia,
Polonia e in Asia. Di recente ci siamo occu-
pati anche del tracciato di Mooresville negli
Stati Uniti.
Motorcity Verona
Pontedera
1...,73,74,75,76,77,78,79,80,81,82 84,85,86,87,88,89,90,91,92,93,...94
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