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QUANTI BRUTTI MUSI
La cosa che colpisce di più nelle monoposto della nuova era tecnica
sono i “musetti”, che le regole entrate in vigore nel 2014 hanno let-
teralmente stravolto. Due, fondamentalmente, le strade seguite dai
team: la creazione di una fessura, tra ala e muso, per incanalare
quanta più aria possibile, sotto la vettura e lo sfruttamento della
regola che consente di realizzare quelle orrende “proboscidi”, che
consentono di liberare le zone ai lati dei supporti verticali dell’ala
anteriore, per le stesse ragioni di cui sopra. A questa seconda tipo-
logia hanno aderito numerosi team, tra cui McLaren
(2)
, Sauber,
Williams e Toro Rosso
(4)
, mentre la dominatriceMercedes ha opta-
to per una soluzione non troppo diversa da quella della passata sta-
gione, salvo poi correggere il tiro a Barcellona, dove il musetto del-
la F1 W05
(3)
è stato rialzato, per incrementare le dimensioni della
“bocca” che convoglia l’aria sotto la monoposto. Chi, incredibilmen-
te, ha operato in direzione diametralmente opposta, è la Ferrari che,
sulla F14T
(1)
ha ridotto al minimo indispensabile la fessura tra
muso e ala anteriore, salvo poi lamentare i soliti problemi di man-
canza di deportanza. Difficile dire se i problemi aerodinamici della
rossa derivino tutti da questa insolita conformazione, ma se la ver-
sione “B”, che debutterà a Montreal o la macchina dell’anno prossi-
mo rinnegheranno questa tipologia, allora, come sospettano in mol-
ti, vorrà dire che a Maranello avevano preso un abbaglio.
VARIANTI SUL TEMA
Tra tanta bruttezza nonmancano voci fuori dal coro, che hanno sapu-
to interpretare i nuovi regolamento in chiave del tutto originale. A
partire dal solito Adrian Newey, che sulla RB10
(5)
ha sfruttato l’ab-
bassamento del muso da 525 a 185 mm per ricavare l’ennesima pre-
sa d’aria, per convogliare un certo flusso nella parte alta del telaio e
velocizzare l’aria che scorre in loco. Decisamente più originale, anche
se non proprio gradevole da vedersi, la Force India VJM07
(6)
, il cui
muso è ridotto al minimo e termina all’altezza dell’attacco dei sup-
porti laterali dell’ala, per far posto alla più pronunciata “proboscide”
del lotto. Siccome però al peggio non c’è limite ecco la Lotus E22
(7)
che, tanto per rimanere nel regno animale, si ispira al tricheco, ma
con corna di diversa lunghezza. Il perché di questa differenza dovreb-
be essere giustificato dalla presenza di masse radianti di diversa
dimensione, all’interno delle fiancate. Viste le prestazioni sciorinate
in pista da Grosjean e Maldonado potremmo affermare, senza tema
di smentita, che si tratta di un’inutile sofisticazione tecnica. Il record
in fatto di stranezza tocca però alla Cenerentola del gruppo, ovvero
alla Catheram CT05
(8)
, che ha di fatto rimpiazzato il muso con un
goffo supporto arrotondato dell’ala, raccordandolo con una carena-
tura del telaio, che ricorda tanto la Ferrari 312 T4 del 1979. Peccato
che il livello di competitività non sia lo stesso....
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