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FORMULA 1
NUOVE REGOLE
Stefano Semeraro
E' una debolezza comune a molti sport: cambiare spesso le rego-
le nella speranza di adattarsi ai tempi e catturare l'interesse del
pubblico. La F.1 però, batte tutta la concorrenza. Non fa che rivo-
luzionare i regolamenti, cambiare norme e procedure, dando spes-
so l'impressione di avanzare a tentoni. Buttando lì idee che poi si
rivelano dei boomerang. Le ultime novità studiate dal (famigera-
to?) Strategy Group per il 2015 comprendono ad esempio un pac-
chetto di variazioni studiate per ridurre i costi (l'allargamento del
parco fermo, le limitazioni nell'uso della galleria del vento e dei
test che dal 2015 torneranno tutti europei) ma che difficilmente
potranno soddisfare le richieste, molto più drastiche, dei piccoli
team già stroncati dall'ultimo cambio dei regolamenti. Una novi-
tà molto condivisibile è quella che riguarda il disegno delle vettu-
re, per evitare che in pista vadano gli obbrobri visti negli ultimi
anni, fra proboscidi e nasi camusi; la più controversa sicuramen-
te quella che riguarda le ripartenze da fermo dopo la safety-car.
L'esempio di una norma inserita per aumentare lo spettacolo – in
fondo gli start dei GP sono quelli più seguiti dal pubblico in tv, no?
- ma che rischia di creare confusione, pericolo, e ingiustizie nei
confronti di chi si è guadagnato un vantaggio e in gara se lo vede
improvvisamente azzerato o messo a rischio dall'aleatorietà di un
re-start.
ROSBERG E RICCIARDO
POCO CONVINTI
La norma è stata approvata, fra l'altro, nonostante i fan e i piloti
si fossero largamente schierati contro, a partire dal leader del
Mondiale Nico Rosberg. «Capisco che la partenza sia uno dei
momenti più eccitanti per gli spettatori – aveva detto il tedesco –
ma è veramente un'idea estrema, e ultimamente con queste cose
si sta esagerando un po'». Ricciardo dal canto suo aveva fatto nota-
re che la ripartenza da fermo: «Può creare spettacolo, ma anche
sfavorire chi si è costruito un vantaggio di, diciamo, 10 secondi, e
se lo vede distrutto dalla safety car. Spero trovino un'idea miglio-
re...». Pare di no, Daniel. La nuova regola però, non scatterà nel
caso la safety-car entri in pista nei primi due giri o negli ultimi cin-
que di unGP. Per Lewis Hamilton, dubbioso inmerito («certe idee
a volte funzionano, altre no»), l'importante «sarebbe chiedere
anche a noi piloti come la pensiamo, prima di decidere. Per noi è
impossibile spiegare del tutto cosa succede in pista agli stewards,
visto che siamo guidando, e per loro credo sia altrettanto difficile
non essendo alla guida: serve lavorare insieme».
ALONSO AGNOSTICO
BOULLIER CRITICO
Fernando Alonso in materia è agnostico («non ho preferenze, con
i kart è normale ripartire da fermi»), mentre Eric Boulier ha fat-
to notare che dal punto di vista dei team ci sono delle controindi-
cazioni. «Credo che CharlieWhiting dovrebbe riflettere molto pri-
ma di prendere certe decisioni, che possono avere molte implica-
zioni e non funzionare affatto. Ad esempio a volte potremmo ave-
re appena due giri, forse solo uno per avvertire i piloti e spiegare
loro dove si devono schierare sulla griglia». Confusione, svantag-
gi, gli inevitabili rischi legati ad ogni partenza. Senza contare il
rischio di un allungamento nei tempi e di accavallamento delle
procedure nel caso la safety-car dovesse entrare più volte in pista
nello stesso GP». Ma davvero c'era bisogno di cambiare? Per una
volta, invece di far ripartire tutto, non si poteva stare... fermi?
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