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Carlo Baffi
Maranello, 30 ottobre 1961: un comunicato proveniente dalla Sefac,
ovvero la Società Esercizio Fabbriche e Automobili Ferrari annuncia
cheottodirigenti hanno interrotto il lororapportocon l’azienda. Sono:
Ermanno della Casa (direttore amministrativo), Gerolamo Gardini
(direttore commerciale), Federico Giberti (direttore della produzio-
ne), l’ingegner Fausto Galassi (direttore della fonderia), Enzo Selmi
(direttore del personale), Romolo Tavoni (direttore sportivo) e gli
ingegneri Giotto Bizzarrini e Carlo Chiti. Praticamente le teste pen-
santi del Cavallino, sia per quanto concerne la produzione di serie, che
la squadra corse. Un autentico terremoto aMaranello; e perchémai?
Per comprendere meglio i fatti che hanno portato a questa presa di
posizione durissima da parte di Enzo Ferrari, è bene fare un salto
indietro nel tempo. La Ferrari è reduce dalla conquista del titolomon-
diale piloti in F.1 con l’americano Phil Hill dopo il tragico GP d’Italia
a Monza, in cui il tedesco Wolfgang Von Trips, nonché compagno di
Hill, ha perso la vita insieme a 11 spettatori (ferendone 20) in un ter-
ribile incidente nei primi giri della corsa. La Ferrari 156, che ha domi-
nato tra i costruttori, monta per la prima volta il motore posteriore
V6, grazie ad un opera di convincimento da parte di Chiti, padre del
progetto, nei confronti di Ferrari, restio a sposare questa novità: ”Iil
bue non spinge il carretto col muso” – continua a sostenere il Com-
mendatore, con saggezza contadina.
LA SIGNORA
DELLE CORSE
L’atmosfera ai box però, non è delle più serene. A volte viene distur-
bata dalla presenza dellamoglie del grande capo, la signora Laura. La
sua assidua presenza alle corse, è un modo per cercare di riprendersi
e distrarsi dopo la scomparsa del figlio Dino, deceduto in seguito ad
una lunga malattia. Secondo alcuni testimoni dell’epoca, la mancan-
za totale di raziocinio porta spesso la signora Ferrari ad intrometter-
si nella vita della scuderia, anche inmodo pesante, creando malumo-
ri tra il personale. La goccia che fa traboccare il vaso, pare sia un cef-
fone rifilato dalla signora a GerolamoGardini nel corso di una discus-
sione degenerata in lite. Da qui la necessità di risolvere al più presto
il problema, ma come? Più volte i vertici della scuderia cercano di
affrontare la questione con Ferrari, ma il Drake intuendo il tutto, è
abilissimoadevitare l’argomento.Daqui l’iniziativadi far scrivereuna
letteradall’avvocatoCuoghi, che inmodomoltogarbato comunicaper
iscritto a patron Enzo, la richiesta da parte dei quadri dirigenziali di
tenere la signora Laura lontana dalle piste. Una soluzione che in un
primo momento pare azzeccata, ma che avrà un effetto boomerang
sui mandanti. Passa una settimana e nel corso di una delle tante riu-
nioni tecniche, Ferrari si presenta nella sala dei bottoni con la lettera
ben in vista, al fine di dimostrare ai “congiurati” di averla ricevuta e
letta. Tutto procede secondo il copione abituale, con i vari interventi
dei responsabili dei settori aziendali. Ma la calma piatta del Drake ali-
menta non poca apprensione tra i presenti, che si aspettano da un
momento all’altro la sfuriata. Invece, non accade nulla, Ferrari conti-
nua a tenere la busta in mezzo alla sua agenda, senza farne un mini-
mo accenno e la tensione sale ancora di più. E’ ormai una partita che
si gioca sul piano psicologico, in cui il Drake sfodera tutta la sua abi-
lità di attore. Una volta terminata la riunione, i presenti escono dalla
stanza spaesati ed ecco che ad attenderli c’è il vice capo del persona-
le, il ragionier Redighieri con tante buste in mano. Sono le lettere di
licenziamento in troncoper ognunodei firmatari della lettera!E’ il col-
po di teatro, con cui Ferrari è solito spiazzare gli avversari .
LA GRANDE OFFESA
CAVALLINO DECAPITATO
Tavoni racconterà più tardi, resosi conto dell’errore, di essersi preci-
pitato nell’ufficio del Commendatore, che chiuso nella sua stanza
risponde che non è disponibile per nessuno. Tavoni insiste ed il Dra-
ke gli concede solo60secondi. L’ormai exdirettore sportivodel Caval-
lino, riconosce l’errore e chiede umilmente di essere riassunto con la
stessa qualifica e stipendio di quando è stato assunto undici anni pri-
ma. Ma Ferrari è inamovibile. L’aver scelto un canale ufficiale, con la
lettera raccomandata, per comunicare con lui, l’ha umiliato. La noti-
zia fa ovviamente il giro di tutti i giornali che parlano di “grande fuga”
e sono inmolti a chiedersi quale futuro potrà avere unCavallino deca-
pitato. Ferrari non parla di licenziamento, bensì di divorzio complice
ad una…congiura di palazzo e risponde giocando d’azzardo: promuo-
ve come dice lui stesso, “i caporali al grado di generali”. Tra questi c’è
pure un giovane 27enne ingegnere modenese, Mauro Forghieri, che
da quel momento diventa il responsabile di tutte le attività sportive e
sperimentali, al posto di Chiti. “Fai il tuo mestiere che al resto ci pen-
so io”, lo rincuora il Drake. Sorte simile anche per Franco Gozzi, che
oltre all’ufficio stampa diviene il segretario personale di Ferrari.
FUTURO SFORTUNATO
PER GLI 8 ‘TRADITORI’
Scelte che alla lunga si dimostreranno vincenti,mentre il destinodegli
otto fuoriusciti non sarà altrettanto fortunato. Sei di loro, tra cui Chi-
ti, Bizzarrini e Tavoni entreranno a far parte dell’organigramma del-
la Automobili Turismo Sport Serenissima, la ATS. La nuova scuderia
con sede a PontecchioMarconi vicino a Bologna, nata nel febbraio del
’62, per volontà di tre ricchissimi imprenditori: il conte Giovanni Vol-
pi di Misurata, Jaime Ortiz Patino nipote di Antenor Patino, il re del-
lo stagno e l’ingegner Giorgio Billi. Una realtà che punta a produrre
vetture sport, gran turismo e che si schiera nel mondiale di F.1 con
una squadra, rappresentata da due ex-ferraristi: Phil Hill e Giancarlo
Baghetti, vincitore con la rossa al suo esordio nel GP di Francia del
1961. Dunque un concorrente diretto del Cavallino, deciso a dar vita
ad un vero e proprio derby emiliano dei motori. La ATS “tipo 100”
però, riuscirà a prendere parte a solo a sei GP, con molti ritiri e senza
mai prendere punti. I sopravvenuti guai societari faranno il resto e
decreteranno la fine del progetto. Il Drake aveva quindi vinto la sua
ennesima battaglia. E sedici anni dopo, stupirà ancora il mondo del-
le corse con un nuovo azzardo; al posto del due volte campione del
mondo Niki Lauda, attirato dall’offerta miliardaria della Brabham di
Bernie Ecclestone, ingaggerà un giovane canadese, sconosciuto e al
tempo stesso spericolato, Gilles Villeneuve. Un pilota che pur avendo
vinto poco, è tutt’ora presente nel cuore degli appassionati per aver
regalato emozioni allo stato puro. Ma questa è un’altra storia.
Alla fine della stagione 1961, col titolo mondiale in tasca,
Enzo Ferrari licenziò tutto il gruppo dirigenziale.
Scopriamo i retroscena di quella clamorosa mossa
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