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FORMULA 1
L’INCHIESTA
Carlo Baffi
In una recente intervista, in cui ha mes-
so seriamente in dubbio il futuro della
F.1 a Monza, Bernie Ecclestone ha sotto-
lineato che “serve seminare per avere un
futuro in un mondo che non è più quello
di 30-40 anni fa”. La frase era riferita al
GP della Cina, dove a detta di “Mister E”,
la gente sta arrivando e le audience fan-
no spavento. In materia di business, lun-
gi da noi muovere criticare Ecclestone, al
timone del Circus da oltre 40 anni, dopo
averlo creato, intuendo per primo la red-
ditività dei diritti televisivi nonché degli
sponsor; materie pressoché sconosciute
negli anni ’70. Ma di recente ci risulta che
qualche semina, non ha prodotto il rac-
colto sperato. Se osserviamo il calenda-
rio 2014, si nota l’assenza di alcuni GP
nati in questi anni. Esclusioni che comin-
ciano a non essere più un caso isolato,
ma che si possono ritenere dei veri e pro-
pri flop.
IL FLOP DEL CIRCUITO
DI GREATER NOIDA
Parliamo dei GP di India e Corea del Sud,
ma proseguendo a ritroso, troviamo anche
il GP d’Europa a Valencia ed il GP di Tur-
chia. L’India fa il suo esordio nel 2011, esi-
bendo un impianto faraonico a Greater
Noida a 40 km da Delhi. La pista progetta-
ta dal fido architetto Tilke, sorge all’inter-
no di una struttura polivalente destinata
alle attività sportive, costruita su di un’area
ottenuta espropriando per pochi soldi la
terra agli abitanti locali. Il costo del proget-
to è stato stimato intorno ai 160 milioni di
euro e doveva generare un volume d’affari
molto proficuo, dal momento che secondo
gli organizzatori i tempi erano maturi per
far attecchire la F.1 in India. Purtroppo i
fatti sono stati alquanto diversi dalle previ-
sioni. L’impianto, ultimato a due settima-
ne dal semaforo verde, si è dimostrato una
cattedrale nel deserto circondato da barac-
copoli con fogne a cielo aperto. All’affluen-
za del pubblico sempre più in calando si è
aggiunta una grana legata al mancato paga-
mento delle tasse da parte della società
costruttrice del Budd International Circuit.
E non ultimo la crescita dei costi, arrivati
ad oltre 350 milioni di euro. Elementi che
hanno portato all’esclusione della gara dal
calendario mondiale.
YEONGAM CROLLATA
A SUON DI DEBITI
Sorte pressoché simile tocca alla Corea, che
è entrata in F.1 nel 2010. La creazione del
circuito (firmato da Tilke) faceva parte di un
progetto molto più ampio che riguardava lo
sviluppo di un’area nei pressi di Yeongam,
sulla costa sud a 400 km da Seul, dove
avrebbe dovuto sorgere una cittadina con
palazzi e strutture avveniristiche intorno al
tracciato. Sono stati investiti oltre 264
milioni di dollari, ma fin da subito sono sor-
Ecclestone a Noida
in occasione del Gp dell’India
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