74
EUROPEO RALLY
ESTONIA
Guido Rancati
Gli chiedono cosa ha provato sul far della sera di venerdì quando una
spia gli si è accesa davanti agli occhi e lui risponde che effettivamente
un brivido gelato gli è corso giù per la schiena. Lo stesso che lo ha accom-
pagnato lungo la seconda prova speciale del sabato dal momento in cui
il quattro cilindri della sua Fiesta ha perso potenza. Timido al punto di
apparire scontroso, Ott Tanak non è mai stato e mai sarà un gran chiac-
chierone. E allora non sorprende che liquidi i due unici problemi incon-
trati nella due giorni fra la sua gente con poche parole: “Sia il proble-
ma all'alimentazione, sia quello alla valvola del turbo si sono presenta-
ti subito prima che si tornasse al parco assistenza dove sono stati risol-
ti”, dice. Aggiunge: “Siamo stati fortunati”. Il ventiseienne estone si
dilunga un po' di più per spiegare come e perché nel sesto tratto crono-
metrato ha rischiato la frittata: “E' stato un mio errore: nel corso delle
ricognizioni non avevo valutato quando chiudesse quel curvone veloce
e in gara l'ho affrontato un po' troppo forte. Comunque penso che l'epi-
sodio abbia emozionato e allarmato più chi lo ha rivisto sullo schermo
di quanto abbia emozionato e allarmato me”.
Non se la tira, il protetto di Markko Martin. Ma ricorda che la sua pre-
senza al rally di casa era soprattutto finalizzata a preparare al meglio la
trasferta al Finland Rally dove si giocherà molte delle sue speranze di
spuntarla nella corsa al mundialito-bis, il Wrc2. “Anche per questo
abbiamo scelto di sare gli stessi pneumatici che usiamo nella serie iri-
data”, spiega. I numeri dicono che se era un allenamento, è stato più
che proficuo: più veloce nelle prime quattro prove speciali – e in sette
delle undici restanti – ha tenuto il pallino dal primo all'ultimo metro.
Saldamente, senza mai dare l'impressione di essere attaccabile. Stron-
cando sul nascere le ambizioni di tutti i suoi (teorici) avversari. Confer-
mando di essere uno dei più veloci piloti emergenti. Oltre che il più
talentuoso dei vari piloti lanciati dal Pirelli Star Driver.
LUKYANUK
DALLA RUSSIA CON FURORE
Trentaquattro anni il prossimo dicembre, Alexey Lukyanuk non può
ancora essere considerato vecchio. Ma ha comunque sette anni più
di Ott Tanak che lo ha battuto di quasi un minuto e di Timmu Kor-
ge che ha battuto di una manciata di secondi. E allora ci sta che sul
podio estone faccia la figura del veterano. Anche se in otto stagioni
di corse ha collezionato solo una cinquantina di partenze. E' andato
forte assai, il russo di san Pietroburgo. Costantemente agli avampo-
sti, in quattro occasioni più veloce di tutti con la sua Mitsu, ha sor-
preso molti. Non tutti, però. Non quelli che seguono con una certa
attenzione i rally nelle repubbliche baltiche dove, ancor più che sul-
le strade del suo sterminato Paese, s'era già fatto un nome. A suon di
risultati.
Spettacolare
ma anche
tremendamente
efficace
Alexey Lukyanuk
si è anche
guadagnato
il premio intitolato
alla memoriea
di Colin McRae
LAPPI
CONTENTO
A METÀ
Esapekka Lappi cerca di vedere il bicchiere
mezzo pieno. Fa notare di non essere abitua-
to a viaggiare ai ritmi imposti da Ott Tanak e
dagli altri grandi protagonisti del Rally
d'Estonia, ancora superiori a quelli abituali
nelle sue terre, e ricorda che al via il suo obiet-
tivo era rastrellare altri europunti. Ma
ammette che il quinto posto non può soddi-
sfarlo completamente. E confessa che l'ap-
puntamento sui velocissimi sterrati baltici gli
ha lasciato un senso di frustrazione: “Da noi
– dice – non è normale andare quasi sempre
in sesta e ho stentato ad adeguarmi. No,
soprattutto nelle prime battute non ho guida-
to bene e così, anche con la complicità di un
assetto non del tutto adeguato a questa tipo-
logia di prove, ha accumulato un ritardo pra-
ticamente incolmabile”.
Quinto a quasi un minuto e mezzo dalla vetta
dopo la prima tappa, ha affrontato la seconda
con l'idea di provare a risalire la classifica. Ci ha
rinunciato presto, evitando rischi eccessivi per
non restare a mani vuote: “Visto che gli estoni
continuavano ad andare fortissimo, ho pensa-
to al campionato e in quest'ottica posso essere
abbastanza soddisfatto: il piazzamento mi ha
permesso di incrementare il vantaggio e ades-
so ho quaranta punti più di Sepp Wiegand e,
soprattutto, quarantotto più di Craig Breen...”.