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Stefano Semeraro
Monza, oh cara. Il Gp d'Italia è un appuntamento che
nessuno nel Circus può trascurare, figuriamoci la Fer-
rari. Quest'anno, con la Mercedes dominante, la Red
Bull comunque in recupero e la Williams che incalza
il gran premio di casa rischia però di trasformarsi in
una via crucis annunciata per la Scuderia. Da una par-
te una brutta gara sarebbe un livido pesante, se non
uno sfregio, su una stagione già abbastanza malcon-
cia; dall'altra aMaranello il lavoro ferve, ma è concen-
trato ormai da tempo sul futuro, sulle prossime due o
tre stagioni che come spiega Marco Mattiacci nell'in-
tervista che potete leggere su questo numero, saran-
no cruciali per trasformare e rilanciare il marchio Fer-
rari nel mondo del motorsport.
La buona notizia alla vigilia di Monza è l'ottimismo,
anche moderato e realistico e un po' freddo come è
nelle caratteristiche del personaggio, esibito da Kimi
Raikkonen. «Ovviamente speriamo di fare bene nel
prossimo weekend, perché si tratta della nostra gara
di casa e ci saranno tanti fan della Ferrari – ha detto
il finlandese – noi cerchiamo sempre di dare il massi-
mo, ma se riusciremo a partire da una buona posizio-
ne dopo le qualifiche questa volta potremo occuparci
di fareuna garapulita senzapreoccuparci troppodegli
altri e puntando a ottenere il miglior risultato che ci
consente la nostra velocità».
«Questo è anche l'obiettivo per Monza – ha continua-
to – e la speranza è di avere qualche bella sorpresa
proprio per quanto riguarda la velocità. Come ho det-
to già in passato, Spa e Monza sulla carta sono gare
difficili per noi. ASpa non è andata poi male. Sarà così
anche aMonza? Spero di sì ma dobbiamo aspettare di
vedere come reagisce la vettura. Ci manca la potenza.
Credo che a Spa abbiamo corso con il carico aerodi-
namico che serviva per ottenere un buon tempo sul
giro. Inqualifica le cosenonvannopoimalema ingara
abbiamo sofferto parecchio la concorrenza. Loro pos-
sonoottenerepiù carico e spuntareunvantaggiomag-
giore che sul giro secco, il nostro problema sta proprio
lì. Nonabbiamo i cavalli di cui dispongono gli altri nel-
la loro power unit, anche se stiamo recuperando e le
cose ora vanno meglio che a inizio stagione. Stiamo
facendo piccoli passi avanti in tutto, non solo per
quanto riguarda il motore o l'elettronica. Non siamo
male in tutti i settori, ma non siamo ottimi in nessu-
no. E' un po' tutta la vettura che manca di quel qual-
cosa in più: carico, potenza, grip meccanico, ma alcu-
ni circuiti per noi vanno meglio di altri, e stiamo con-
tinuando a lavorare sui dettagli».
Si tratterà insomma di limitare i danni, di cercare di
sfruttare al meglio le occasioni ed evitare una figurac-
cia davanti al popolo ferrarista che aspetta ormai da
troppo tempo un riscatto. Tempo è in effetti la parola
chiave del nuovo corso Ferrari. A quanto pare nono-
stante laclausoladi svincoloche sarebbecompresanel
contratto di Alonso il pilota spagnolo ha deciso di
rimanere in Ferrari onorando il suo contratto – anche
se annunci ufficiali a Monza non ne verranno fatti –,
dando quindi un po' di respiro al team almeno per
quanto riguarda il line-up dei piloti, e per assicurarsi
una “filiera” simile a quella della Red Bull Mattiacci
sta lavorando per fare del team Haas, che dovrebbe
entrare inF.1 nel 2016, una squadra satellite dellaFer-
rari. Non un vero secondo team di proprietà sullo sti-
le della Toro Rosso, ma qualcosa di più di un sempli-
ce appoggio come quello che hanno rappresentato in
questi anni Sauber e Marussia. Per tornare a vincere
insomma c'è bisogno di programmazione, anche se ai
tifosi che a Monza riempiranno le tribune non è faci-
le fardigerire l'ideachedopoanni di buoni piazzamen-
ti, ma di tanti schiaffi presi da Reb Bull e ora Merce-
des, serva ancora del tempo per tornare ai massimi
livelli.
«Il problema della Ferrari è che negli ultimi anni ha
pensato troppo all'immediato», sostiene James Alli-
son, il tecnico a cui Mattiacci ha affidato molta parte
del futuro del team. «Non penso che alla Ferrari sia-
no mancate le risorse, né la qualità delle persone né
quella dei piloti, quindi possiamo contare su molte
delle componenti che fanno la forza di un team. Quel-
lo che stiamo cercando di fare io e Marco Mattiacci è
di identificare i settori nei quali non siamo all'eccel-
lenza e cercare di raddrizzarli. La maggior parte dei
punti deboli sono di natura organizzativa, e in passa-
to li si è affrontati conunamentalità a breve termine».
Neanche puntare troppo il dito sui difetti della power
unit secondo Allison sarebbe giusto (ma perché allo-
ra cacciare Marmorini?, ndr). «Ora le regolazioni
aerodinamiche della vettura sono stabili, ma relativa-
mente nuove. Credo che potremo cavarne fuori anco-
ra molto, nel tempo che separa l'utilizzo della attuale
vettura dal lancio di quella per il 2015. Ci sono altret-
tante cose da migliorare nell'aerodinamica di quelle
chedobbiamosviluppareapropositodellapowerunit.
E noi ci stiamo impegnandomolto su entrambi i fron-
ti». E' dall'aerodinamica, insomma, che a Monza ci si
attendono le “sorprese” positivi che fanno ben spera-
re Raikkonen.
I pazientissimi fan della Rossa si accontenterebbero
di vedere un segnale. L'appuntamento con la vittoria,
a meno di sorprese davvero straordinarie, è invece
rimandato al futuro. Al 2015? Al 2016? Si spera non
troppo lontano. I sogni a troppoa lungo termine, come
direbbe Allison, rischiano di svanire come quelli
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