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MOTOGP
GARA A SILVERSTONE
Filippo Zanier
Ci sono piloti, anche ad altissimi livelli, che
hanno punti deboli: alcuni sono velocissimi
sul passo gara ma faticano sul giro secco,
come il Valentino Rossi delle ultime stagio-
ni. Altri sono inarrestabili quando vanno in
fuga ma si perdono se devono affrontare la
bagarre, limite che molti imputano a Daniel
Pedrosa. Marc Marquez, per il momento,
debolezze pare invece non averne, nemme-
no quando deve fare a spallate (e non in sen-
so figurato!) per prendersi la posizione.
Il campione del mondo in carica lo ha mes-
so in chiaro una volta di più a Silverstone,
dove con un fine settimana di carattere ha
fatto subito dimenticare la "crisetta" di due
settimane fa a Brno. Primo in tutte le sessio-
ni cronometrate, Marc ha chiuso primo
anche sotto la bandiera a scacchi, piegando
un Jorge Lorenzo che nulla ha potuto, nono-
stante sia sembrato finalmente al massimo
della forma.
Un duello duro ma corretto quello tra i due,
che aMarquez è servito per ribadire che non
ci sono crepe nella sua scintillante armatu-
ra: velocissimo in qualifica, instancabile
quando si tratta di spingere al massimo in
gara, il campioncino di Cervera ha messo
una spunta anche alla voce "inarrestabile in
fase di sorpasso". A tre giri dalla fine, dopo
che lui e Jorge si erano già scambiati una vol-
ta la posizione, Marc ha infatti piazzato l'at-
tacco finale con una cattiveria forse inaspet-
tata: alla curva Village, una destra stretta
parte del complesso aggiunto nel 2011, si è
infilato all'interno e in uscita ha spinto il
rivale della Yamaha verso il margine della
pista, arrivando al contatto. Lorenzo ha resi-
stito in un primo momento, ma come un
torero spietato Marquez lo ha infilato anco-
ra una volta al tornantino successivo, infi-
lando la sua Honda in uno spazio minusco-
lo e costringendo Jorge a rialzarsi dalla pie-
ga per evitare di essere travolto. Una forza
dellanatura, insomma, che da lì inpoi ha fat-
to passerella verso la bandiera a scacchi che
ha sancito il suoundicesimo successo stagio-
nale.
LORENZO E YAMAHA
DI NUOVO AL TOP
Lorenzo, da parte sua, non ha nulla da rim-
proverarsi e a ben guardare ha più di un
motivo per essere soddisfatto della propria
gara. Un secondo posto, per di più ottenuto
facendo sudare Marquez fino alla fine, era
un risultato semplicemente impensabile
dopo il venerdì di prove libere, in cui le
Yamaha erano praticamente disperse e lui si
era preso la bellezza di 1"4 dal campione del
mondo in carica. Il maiorchino ha però lavo-
rato benissimo con Ramon Forcada e la sua
equipe di tecnici, e sessione dopo sessione la
sua M1 è migliorata, un trend che non si è
mai arrestato fino al Warm-up di domenica
mattina. Con a disposizione unmezzo tecni-
camente a posto, Jorge ha potuto dimostra-
re di avere ormai capito alla perfezione come
sfruttare le Bridgestone 2014 che lo avevano
messo in difficoltà nella fase iniziale della
stagione ed è tornato quello dell'anno scor-
so, cioè l'unico che può seriamente dare
fastidio a Marquez. L'unica nota stonata
sono state le sue dichiarazioni dopo il podio,
in cui ha dato la colpa della sconfitta all'in-
feriorità tecnica della Yamaha e ha invitato
la Direzione Gara a seguire con più attenzio-
ne le manovre di Marquez, ma anche questi
sono segnali di come Jorge si stia rendendo
conto che la prima vittoria del 2014 non è
più un'utopia.
ROSSI ANCORA
A PODIO
Se i due davanti hanno fatto il vuoto, sull'ul-
timo gradino del podio è andato ancora una
volta Valentino Rossi, felice di aver fatto
risultato su una pista che fino ad oggi non
aveva mai digerito. Terzo, come a Brno e a
Indianapolis, il pesarese ha però tagliato il
traguardo staccato di oltre 8" dal duo di
testa. Il bilancio del "Dottore" è complessi-
vamente positivo, dato che anche per lui vale
quanto detto per Lorenzo: con un distacco
sul girodaMarquez cheal venerdì eradi qua-
si due secondi quello compiuto da Valentino
e dallo staff tecnico guidato da Silvano Gal-
busera è un mezzo miracolo, ma la gara di
Silverstone lascia comunque un po ' di ama-
ro in bocca. Certo, Rossi è ancora terzo nel
mondiale, si è avvicinato a Pedrosa e finora
è riuscito a infilarsi tra i primi tre con una
costanza che l'anno scorso non aveva, ma
mai come a Silverstone Marquez e Lorenzo
sono sembrati di un'altra categoria. Rossi
sostiene di avere "bruciato" la gomma poste-
riore per cercare di recuperare sui due riva-
li, dopo aver perso terreno nei primi giri lot-
tando con Andrea Dovizioso ed Aleix Espar-
garo, ma è il solito cane che si morde la coda:
se questo accade, è perché in qualifica non
riesce mai ad andare oltre la seconda fila
(sesto in Inghilterra), e il ritmo sul giro sec-
co sembra un problema irrisolvibile.
Non sta meglio Daniel Pedrosa che, dopo la
giornata di gloria di Brno, è tornato alla nor-
malità. Sull'asfalto sconnesso di Silverstone,
rovinato dalle sollecitazioni che accelerazio-
ni e frenate della F.1 impongono al bitume,
lo spagnolo non ha trovato il ritmo per tutto
il weekend, come prova il quinto posto delle
qualifiche. In gara era sembrato in grado di
prendersi almeno il podio, ma al dodicesimo
giro è incappato in un "lungo" che ha per-
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