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FORMULA 1
ANTEPRIMA MONZA
R, COME RIMONTA
Nonostante la vittoria dell’inglese John
Surtees, che sigla l’unica affermazione sta-
gionale della Honda, il protagonista del
G.P. d’Italia del 1967, è lo scozzese Jim
Clark. Il due volte iridato, parte dalla pole
al volante della Lotus 43, ma al 13° giro
deve riparare ai box per sostituire una gom-
ma. Malgrado rientri in pista staccato di un
giro dal leader Graham Hill, da vita ad una
forsennata rimonta che al 62° passaggio gli
permette di riprendere il comando della
gara. Il destino però è ancora in agguato e
mentre affronta l’ultimo giro, Clark resta
senza benzina e termina al 3° posto, supe-
rato da Surtees e Brabham. Ma una volta
sceso dalla monoposto, viene portato in
trionfo dai tifosi come fosse il vero trionfa-
tore.
S, COME SPORTIVITÀ
2 settembre 1956. La gara di Monza è fon-
damentale per l’assegnazione del titolo iri-
dato, che vede in lizza Jean Behra, Juan
Manuel Fangio e Peter Collins. Il primo è
francese e corre sulla Maserati, l’argentino
e l’inglese sono invece piloti del Cavallino.
Partito dalla pole, Fangio torna ai box dopo
20 giri tradito dal motore. Ai box della ros-
sa viene chiesto a Musso, altro pilota Fer-
rari, di cedere la monoposto all’argentino
per consentirgli di restare in gioco nel mon-
diale; ma il romano dice no. Quando ormai
Fangio pare rassegnato a dover gettare la
spugna, Collins rientra ai box e gli cede il
volante della sua 555. Il sudamericano tor-
na così in pista, piazzandosi 2° alle spalle
di Moss e conquistando la sua 4^ corona
iridata. Collins, 25 enne, confida nella pos-
sibilità poter ancora togliersi grandi soddi-
sfazioni. Purtroppo perderà la vita solo due
anni dopo, in un tragico incidente al Nur-
burgring, nel G.P. di Germania.
T, COME TRIONFI...
Tra i tantissimi trionfi andati in scena nel-
le edizioni del G.P. d’Italia a Monza, ce n’è
uno che con molte probabilità ha un sapo-
re particolare per i tifosi della Ferrari. Fac-
ciamo qualche passo indietro fino al 11 set-
tembre del 1988. In una stagione che vede
la McLaren Honda dominare in lungo e in
largo il campionato, la Ferrari si presenta a
Monza, ancora colpita dalla scomparsa del
suo fondatore, Enzo Ferrari, avvenuta il 14
agosto. Sebbene negli ultimi anni fosse
alquanto provato dalla vecchia, il Drake,
rimaneva una figura carismatica all’inter-
no della scuderia di Maranello. La prima
fila è ovviamente occupata dalle monopo-
sto bianco-rosse di Ayrton Senna e Alain
Prost, subito dietro le Ferrari di Gerhard
Berger e Michele Alboreto. Pare una gara
dall’esito scontato, ma qualcosa cambia,
quando Prost viene tradito dal motore al
34° giro. Senna prende il comando con un
buon margine sulle Ferrari, ma inizia a ral-
lentare il ritmo, quasi temesse lo stesso
problema accaduto a Prost. Si arriva così al
penultimo passaggio; nel tentativo di dop-
piare la Williams di Jean-Louis Schlesser,
chiamato all’ultimo per sostituire Mansell,
le monoposto si urtano in prima variante e
quella del brasiliano finisce ko. La doppiet-
ta firmata da Berger e Alboreto fa esplode-
re una festa che mancava dal ’79. Senna
commenterà così l’accaduto:” Forse dall’al-
to, qualcuno ha voluto che vincessero le
Ferrari.”.
...MA ANCHE TRAGEDIE
Purtroppo nelle tante edizioni del Gran
Premio d’Italia, non sono mancate le trage-
die. La prima vittima della pista monzese è
Ugo Sivocci, che al volante dell’Alfa Romeo
P1 perde la vita il 7 settembre 1923 nel cor-