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Carlo Baffi
Quando la F.1 sbarca a Monza per dispu-
tare il Gran Premio d’Italia 2001 è ancora
sotto choc, come del resto tutto il mondo,
per i drammatici attentati dell’11 settem-
bre che hanno colpito gli Stati Uniti
d’America. Il Circus è pervaso da non poca
tensione, al di là dell’aspetto morale e psi-
cologico, incombono gli obblighi profes-
sionali, che per certi versi ti aiutano a tor-
nare velocemente alla normalità. Dunque,
lo show deve continuare e l’imminente
G.P. americano in programma a fine mese
nel catino di Indianapolis è divenuto un
problema delicato. Team, Ecclestone e Fia
s’interrogano se sia il caso di affrontare
ugualmente la trasferta con tutti i possibi-
li problemi logistici del caso, visto che negli
USA l’allarme terrorismo è ai massimi
livelli. Una decisione politica da prendere
in fretta, non trascurando anche il lato eco-
nomico. Per quanto concerne invece la
gara monzese, gli organizzatori hanno
annullato tutte le manifestazioni collatera-
li e sul podio non ci sarà alcun festeggia-
mento, in segno di partecipazione al dolo-
re della comunità internazionale. E’ stato
rivolto perfino un invito ai tifosi che si
recheranno in autodromo, a mantenere un
atteggiamento di sobrietà consono al deli-
cato momento.
SOBRIETÀ
IN AUTODROMO
Dal canto loro, anche le scuderie danno un
segno tangibile; la Ferrari schiera le sue
due monoposto senza alcuno sponsor sul-
la livrea rossa e con il musetto colorato di
nero in segno di lutto. Sull’airscope delle
Jordan spicca la bandiera a stella e strisce,
mentre quello delle Jaguar è colorato di
nero. Nonostante il venerdì faccia notizia
l’annuncio del ritiro dalle competizioni a
fine stagione del due volte iridato della
McLaren Mercedes, il finnico Mika Hakki-
nen, continuano a tenere banco nel pad-
dock le questioni legate al G.P. americano.
Le qualifiche del sabato vedono prevalere
il colombiano Juan Pablo Montoya che al
volante della Williams-Bmw, sigla la pole
position precedendo le Ferrari di Barri-
chello e Michael Schumacher. Ma nel tar-
do pomeriggio si diffonde una drammati-
ca notizia. Sul circuito tedesco del Lausitz,
nel corso di una gara della Formula Cart
americana, Alessandro Zanardi è rimasto
vittima di gravissimo incidente. Durante il
143° dei 154 giri previsti, l’italiano (leader
provvisorio della corsa) rientra per il pit-
stop; purtroppo i meccanici hanno proble-
mi col rifornimento, Zanardi riparte in
fretta quando ancora fuoriesce benzina dal
bocchettone. Percorre lentamente la pit-
lane, ma improvvisamente perde il con-
trollo della sua Honda-Reynard al
momento di accelerare per rientrare in
pista. La vettura finisce in testa coda, arri-
vando lentamente in pista mentre soprag-
giunge a circa 320 km/h la Ford-Cosworth
del canadese Alex Tagliani. Lo schianto è
inevitabile e l’auto di Zanardi di spezza
all’altezza delle ruote anteriori. La corsa
viene immediatamente sospesa, il bolo-
gnese viene estratto vivo dalle lamiere, ma
in condizioni critiche. Trasportato in un
ospedale vicino a Berlino, gli vengono
amputate entrambe le gambe e viene man-
tenuto in coma farmacologico.
PILOTI DECISI
A FERMARSI
Un episodio tremendo che scuote ulterior-
mente il paddock di Monza. L’atmosfera
che si respira la domenica mattina è deci-
samente pesante e una volta terminato il
warm-up, l’alta tensione mista alla paura
esplode. Sono circa le 11, quando inizia a
diffondersi la voce che i piloti stiano viven-
do un forte momento di disagio e che
intendano prendere un’iniziativa in meri-
to alla regolare disputa del Gran Premio.
Ma che sta succedendo? Emerge che
Michael Schumacher, Trulli e Coulthard
(rappresentanti del sindacato piloti) inten-
dano proporre di compiere 3 giri e poi di
fermarsi. Una proposta che però viene
bocciata nel briefing allargato agli altri
concorrenti e che viene sostituita dalla
richiesta di non darsi battaglia in parten-
za, fino alle prime due chicane; dopodiché
il G.P. si svolgerà regolarmente. La memo-
ria dei piloti torna indietro di un anno,
quando alla seconda variante si verificò
una terrificante carambola in cui una ruo-
ta decollata dalla Jordan di Frentzen colpì
mortalmente Paolo Gislimberti, un addet-
to all’antincendio che stazionava a bordo
pista. Per cui con gli animi poco sereni,
affrontare le due curve in piena bagarre
rappresenterebbe un rischio possibilmen-
te da evitare. Una soluzione che dovrebbe
essere ufficializzata intorno a mezzogior-
no, in un documento firmato da quasi tut-
ti i piloti. Già, quasi, perché uno di loro è
contrario. “E’ una persona molto bassa”
dice ai cronisti un polemico Schumi. I dub-
bi riguardo a Montoya vengono presso
cancellati, perché l’indiziato esce allo sco-
perto, è Jacques Villenueve. A detta del
canadese, è ormai troppo tardi per pren-
dere una simile decisione e che occorreva
pensarci il giovedì precedente la gara. Nel
frattempo anche il patron del Circus Ber-
nie Ecclestone è impegnato febbrilmente a
parlare con tutte le parti in causa, soste-
nendo che non vi è alcun nesso tra i sor-
passi in pista e gli attentati americani. Alla
giornalista Rai Federica Balestrieri, che gli
chiede un parere sull’iniziativa di Schumi,
risponde telegrafico:” Dice solo spazzatu-
ra (rubbish - ndr.)” A fare fronte comune
con “Mister E”, si aggiungono anche alcu-
ni team principal, primi fra tutti Craig Pol-
lock della BAR, scuderia di Villeneuve che
dichiara alla TV: “Non vogliamo fare una
processione al via. La 1. chicane non è peri-
colosa visto che è stata omologata (bene-
stare dato dal sindacato piloti – ndr.) e poi
una partenza con vetture lente e veloci
sarebbe ancora più pericoloso. “Sulla stes-
sa linea sono altri direttori sportivi come
Walkinshaw della Arrows, Stoddart della
European Minardi e Flavio Briatore. Il
boss della Benetton-Renault ribadisce
infatti: “Se c’era un problema, dovevamo
parlarne giovedì. Ora non si possono cam-
biare le regole del gioco e i piloti non devo-
no decidere da soli senza sentire prima i
loro datori di lavoro”.
ALESI ATTACCA
BRIATORE
In effetti però emerge che in settimana
alcuni piloti come i fratelli Schumacher e
lo stesso Villeneuve non avrebbero volu-
to correre; il canadese sarebbe arrivato
addirittura con l’ultimo aereo, ma a fron-
te di nessuna iniziativa si sarebbe poi
Domenica 16 settembre 2001 si corre uno stranissimo GP d’Italia, con il mondo intero ancora sotto choc
per i drammatici attentati che hanno colpito gli Stati Uniti cinque girni prima, e con il paddock in apprensione
per lo stato di salute di Alex Zanardi vittima del tremendo incoidente del Lausitzring.