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FORMULA 1
KEVIN MAGNUSSEN
Kevin Magnussen è il nuovo Romain Gro-
sjean? Il nuovo “villano” del Circus, il Pie-
rino da cui guardarsi ma che in realtà ha
solo bisogno di un po' di tempo, e di pazien-
za, per maturare e trasformarsi in un dri-
ver affidabile e competitivo? In fondo è sta-
ta proprio dopo una stagione di disastri e
sospensioni che Grosjean ha fatto il salto
di qualità. E se vogliamo che le corse resti-
no vere corse, soffocare l'agonismo dei gio-
vani rampanti non è una buona politica.
«La penalità inflitta a Kevin a Spa era giu-
sta – sostiene Eric Boullier, team principal
della McLaren – mentre a Monza penso
che sia stata questione di sfortuna. Il con-
tatto con Bottas era solo un normale inci-
dente di gara». In Belgio il giovane svede-
se aveva pagato la mancanza di rispetto
verso Alonso, il suo allargare la traiettoria
in rettilineo che aveva rischiato di spedire
il ferrarista pericolosamente fuori pista. A
Monza ha invece dovuto scontare cinque
secondi di penalità perché secondo i com-
missari di gara aveva spinto in maniera
irregolare il finlandese fuori traiettoria alla
prima chicane. Troppa foga, troppi com-
portamenti borderline da sorvegliare e
punire? O naturale, sana voglia di dimo-
strare le proprie qualità, senza sudditanze
psicologiche nei confronti di nessuno? Il
bilancio dello svedese, 12esimo nella clas-
sifica piloti, fino a qui è di 38 punti guada-
gnati, ma ben 12 ne ha lasciati per strada
per colpa delle due penalità.
«Non credo che Kevin debba cambiare il
suo approccio alle gare – continua Boullier
- A Spa si è trattato di un caso, a Monza di
sfortuna, secondo me deve costruirsi la
fiducia necessaria continuando a fare quel-
lo che sta facendo». I progressi del rookie,
secondo Boullier, sono evidenti. «E' chiaro
che sta migliorando. Può sembrare un
pugile che combatte contro avversari di
una categoria superiore perché la vettura
non gli consente di ottenere risultati
migliori. Ma sta dando il meglio di se stes-
so». Anche Chris Horner sul fatto di Mon-
za si è dimostrato molto indulgente, se non
apertamente simpatizzante per Magnus-
sen: «Kevin aveva la traiettoria interna, era
suo diritto gestirla. Gli steward la pensano
in maniera differente. Ma qui non si tratta
di dire “prego signore, si accomodi”. Que-
ste sono le corse, qui è naturale lottare ruo-
ta contro ruota».
Trattasi anche di questione generaziona-
le. Hamilton, Alonso, Button, Massa stan-
no dimostrando di avere ancora dentro il
fuoco sacro, e cuore a sufficienza per com-
battere per il mondiale e per la vittoria ad
ogni GP, ma c'è tutta una nuova leva che
preme. «Credo che al pubblico piaccia
vedere un giovane come Kevin, un picco-
lo vikingo che lotta contro i grossi nomi –
spiega Boullier - E' così che può costruire
la sua autostima, e questo lo aiuterà anche
a migliorare le sue qualità tecniche». Lot-
ta, Kevin, lotta sereno. Il futuro non è per
chi si accontenta.
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