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FORMULA 1
DAVID COULTHARD
“PILOTI, BADATE
DI PIÙ ALLA
VOSTRA IMMAGINE”
Tornato in pista sulla Red Bull RB8 a Budapest, David Coulthard ha condiviso
coi lettori di Italiaracing le sue idee sulla Formula 1 della nuova era
Marco Cortesi
David Coulthard è l'immagine della sereni-
tà. L'ex pilota scozzese, ora voce e volto del-
la BBC per quanto riguarda la Formula 1, si
è rimesso il casco per guidare una Red Bull
da Formula 1 all'Hungaroring, divertendo-
si in modo genuino con pubblico e piloti
World Series. Tranquillo e disponibile, ha
condiviso con Italiaracing le sue idee sulla
vita e sulla Formula 1 rivelando un approc-
cio acuto e positivo su entrambe. Da bon
viveur quale è sempre stato.
Com'è tornare al volante di una For-
mula 1, anche se per un'evento-
show?
"E' sempre un privilegio guidare una For-
mula 1 anche se di un paio di anni fa ma
sempre altrettanto veloce e performante. E
devo dire che pur non avendo guidato a
Budapest dal 2008, il tempismo mentale di
dove gira il circuito è ancora intatto. E'
divertente, e spero anche che dia ai giova-
ni piloti un po' di ispirazione, oltre ad emo-
zionare i fan. Inoltre, esibizioni del genere
fanno capire quanto sia stretta la connes-
sione tra questo campionato e la massima
serie."
Cosa ne pensi della nuova era della
Formula 1?
"In ogni periodo di transizione si verifica-
no situazioni in cui qualcuno ha un grande
vantaggio, magari avendo interpretato e
nuove regole bene da subito, e viceversa.
L'esempio più grande secondo me è la
Lotus, che da vincere delle gare è passata
alla situazione attuale di enorme difficoltà.
Invece in Mercedes hanno fatto la scelta
giusta, fermando molto presto lo sviluppo
della vettura 2013 e concentrandosi su que-
st'anno. Comunque abbiamo visto molte
cose positive nel 2014, se pensiamo alla lot-
ta tra Hamilton e Rosberg e al fatto che
Daniel Ricciardo abbia vinto tre gare.
Incredibile, considerando dov'erano la Red
Bull e la Renault all'inizio. Si è messa in
mostra la qualità dello sforzo umano che c'è
dietro alla Formula 1: non si smette mai di
spingere, e se si lavora bene il successo è
possibile."
Ed il problema del poco rumore?
"Se vai a un concerto rock ti aspetti musica
alta. Se vai in un night club ti aspetti musi-
ca alta, e l'assenza di rumore ha colpito in
un aspetto che tutti si attendono quando
vanno in pista. Però questo è il nostro futu-
ro, lo sappiamo. Il futuro del mondo e del-
le automobili è più silenzioso e più efficien-
te in termini di consumo ed inquinamento.
La Formula 1 ha deciso di seguire la strada
della realtà in cui viviamo."
In particolare con la F.1 ci sono sem-
pre tanti nostalgici. Anche a te ogni
tanto capita con il periodo in cui cor-
revi?
"Ognuno vive nel proprio tempo. Negli
anni '60 l'automobilismo era pericoloso e il
sesso sicuro, poi tutto è cambiato, ma
abbiamo poco tempo e dobbiamo vivere nel
presente. Onestamente, penso che chiun-
que nelle corse viva per replicare il passato
non abbia le capacità affermarsi in Formu-
la 1. E' tutta una questione di pensare al
domani, e alla performance futura. E' ovvio
che quando eravamo giovani eravamo più
in forma, belli e via dicendo. Ma io guardo
con serenità al momento in cui sarò vecchio
e rugoso, perché vorrà dire che avrò vissu-
to una vita piena ed intensa."
Chi vedi come favorito nella lotta per
il titolo 2014?
"Penso che, comunque vada, Lewis sia in
una buona situazione, è tranquillo, sa chi è
e dove sta andando nella vita. Nico ha fat-
to un bellissimo lavoro nel portarsi al ver-
tice del campionato, e sarà affascinante
vedere chi vincerà. In termini di velocità
pura, penso che Lewis abbia un vantaggio,
ma non stiamo parlando di un secondo,
stiamo parlando di un paio di centesimi e
Nico ha tanti altri punti forti su cui conta-
re."
E riguardo al contatto di Spa?
"Se sei davanti, devi cercare di stare davan-
ti, e se sei dietro... devi cercare di passare!
Molto semplice. Nella mia carriera ho pro-
vato cosa significa ricevere ordini di scude-
ria, ma stavolta non c'erano. Si trattava solo
di provarci ed è quello che è successo."
L'esperienza in TV ha in qualche
modo cambiato la tua idea di cosa la
Formula 1 necessita?
"La prima cosa che ho realizzato è che
alcuni i piloti non vedono oltre il loro
naso, perché non "abbracciano" i media.
Sono i media a mostrare la loro persona-
lità ed è la personalità che traspare
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