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RENAULT 3.5
ROBERTO MERHI
RIAPERTO IL
COLD CASE MERHI
Come è possibile? Cosa è accaduto? Il cold
case Merhi è stato riaperto, studiato, risolto.
E il talento spagnolo ci è stato riconsegnato.
Ma diciamo pure la verità: nessuno nell’am-
biente ci credeva più, noi compresi. Toccava
soltanto a lui, a Roberto, dimostrare che nul-
la era andato perduto. Capita raramente di
assistere a favole del genere, ora la stiamo
vivendo in “diretta”. A concedergli quella che
potremmo definire l’ultima chance è stato
Felix Porteiro, ex pilota, entrato in possesso
di una piccola quota della Zeta Corse, dive-
nuta di proprietà russa sul finire del 2013.
Giancarlo Zampieri aveva ceduto la squadra,
il team manager Claudio Corradini non era
stato confermato e gran parte del personale
se ne era andata via. Zeta Corse aveva trova-
to una propria stabilità a partire dalla metà
del 2013 e con i debuttanti Sainz e William
Buller conquistava spesso la zona punti pro-
ponendosi come una positiva realtà per l’an-
no seguente. Ma tutto si era spezzato e Zeta
era interamente da ricostruire.
DOPO IL PRIMO TEST 3.5
ROBERTO ERA DISTRUTTO
In questo contesto precario, il 17 febbraio
Merhi è stato chiamato a svolgere un test pri-
vato a Valencia. Non più abituato amonopo-
sto così complicate e potenti, la prova non è
stata soddisfacente. Ma si è tirato dritto. I
russi volevano un pilota in grado di far cre-
scere il team e RomanMavlanov, l’altro pilo-
ta scelto nonché figlio del proprietario. E si
sono fidati dei consigli di Porteiro. Ai primi
test collettivi 2014 di Alcaniz, alla conclusio-
ne del 1° turno il 25 febbraio, Merhi era
distante 3”023 dal primo classificato, Sergey
Sirotkin. Alla fine del 3° giorno, 6° turno, il
divario dal più veloce, Pierre Gasly, si era
ridotto a 1”027. Nei successivi test di Jerez,
Merhi viaggiava a centro classifica e ancora
non era sicuro di partecipare al campionato.
Tanti dubbi, su se stesso e sul team. Rimane
indimenticabile il suo volto dopo quella pri-