FORMULA 1
IL DRAMMA DI JULES
BIANCHI,
UN MESE
PER
SPERARE
Stefano Semeraro
Per capire meglio i problemi che Bianchi si trova ad affrontare in questi giorni abbiamo
interpellato il dottor Andrea Stracciari, neurologo dell'Ospedale Sant'Orsola Malpighi di
Bologna: «Il danno assonale diffuso, che viene citato nei bollettini – spiega Stracciari –
indica una sofferenza su base traumatica di tutto il cervello. Dopo un trauma cranico si
possono verificare varie condizioni. Può accadere un danno focalizzato, con versamento
di sangue nel cervello o fra osso e cervello, e in quei casi è possibile intervenire chirurgi-
camente eliminando il sangue o rimuovendo l'edema che si è formato. Nel caso di Bian-
chi invece, in seguito al forte scuotimento che ha subito, è tutto il cervello che è stato inte-
ressato, con tante piccole micro-emorragie che non possono essere corrette chirurgica-
mente. L'effetto immediato è stato quello del coma, mentre in seguito si può presentare
un recupero molto difficile».
La domanda è: quanto difficile? Bianchi tornerà quello di prima o sarà condannato a vive-
re con pesanti menomazioni? «Dipende, il quadro varia da caso a caso», continua il dot-
tor Stracciari. «Il danno assonale in sé non esclude il recupero, o quantomeno un recu-
pero, diciamo così, grossolanamente soddisfacente. Anche nel migliore dei casi qualche
problema a livello cognitivo e comportamentale ci sarà, ma potrebbe essere anche com-
patibile con una vita quasi normale. Poi, bisogna intendersi su cosa significa 'normale'.
Se uno deve fare il contadino, in caso di recupero potrebbe continuare a farlo, più diffi-
cile se punta a fare il professore universitario. O il pilota di F.1, visto che a questi sporti-
vi vengono richieste prestazioni che sono al di fuori della portata dei comuni mortali».
Dalla gara di Suzuka è passato poco più di una settimana. Quanto bisognerà aspettare
per capire, se Bianchi riuscirà a sopravvivere, quali saranno le sue condizioni definitive?
«Tanto più precoce è il recupero, tanto più si può essere ottimisti. I primi giorni e le pri-
me settimane sono il periodo cruciale, se si verificano progressi interessanti si può spe-
rare. Ma se passa un mese senza miglioramenti sostanziali diventa più difficile confida-
re in un buon recupero, anche se convenzionalmente il termine viene posto a sei mesi.
Ogni caso, comunque, fa storia a sé».
Le condizioni del francese sono gravi, «critiche ma stabili», come riferiscono
i comunicati ufficiali, oltre i quali però, è chiaro il perimetro di una
preoccupazione profonda e fondata per il giovane driver della Marussia.
Che ancora lotta per la sua vita, e che in futuro, anche nella migliore delle
ipotesi, dovrà affrontare un lungo e complesso processo di riabilitazione
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