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FORMULA 1
GP RUSSIA
TENSIONE
CONGELATA
Massimo Costa
Le strettedimanononvalgonopiù. I sor-
risi e quel clima distensivo che Stefano
Domenicali aveva sempre cercatodi por-
tare nel paddock della F.1 con i rivali
Christian Horner, Martin Whitmarsh,
Ross Brawn, è svanito. Dei tre nomi
sopra citati è “sopravvissuto” solo il team
principal della Red Bull, gli altri tre sono
divenuti reperti storici. Domenicali e
Whitmarsh allontanati quasi con
disprezzo mentre nel caso di Brawn, è
stato lui stesso a salutare la banda, stan-
co di girare il mondo e desideroso di
prendersi meglio cura di se stesso. A
Sochiècosìscoppiatalarissaverbale,con
la coppia Marco Mattiacci e Horner uni-
ta contro Toto Wolff. Ovvero, Ferrari e
Renault contro Mercedes. Il nodo che si
pensava non esistesse più, riguardo la
possibilità di poter lavorare sui motori
nel corso della stagione 2015, quindi il
cosiddettoscongelamento, è riapparso in
Russia in tutta la sua evidenza. A Singa-
pore, i rappresentanti sopra citati, più la
Honda, si erano trovati d’accordo su tale
punto, ovvero aumentare da trentadue a
quaranta gli interventi permessi sulla
power unit nel corso della stagione 2015
e non bloccarli entro la fine di febbraio.
Da qui il termine congelamento. Ma a
Sochi,Wolff ha fattouna clamorosamar-
cia indietro pretendendo che non si pos-
sano fare lavori, sviluppi, sulle power
unit durante il prossimo campionato. La
consapevolezza di disporre della miglio-
re power unit ha portato la Mercedes a
non concedere deroghe, concessioni, agli
avversari? Wolff ha subito ribadito che
non è così, ma che pretendono stabilità
regolamentare. Ma Mattiacci arrabbia-
tissimo non è stato certo diplomatico:
“Quando faccio affari se do la mia paro-
laèquella, questa retromarciaèdeluden-
te. I motori congelati non sono nello spi-
rito della F.1”. Horner ha aggiunto: “A
Singapore ci eravamo accordati tutti per
tenere una posizione, ma a Sochi laMer-
cedes l’ha cambiata”. E’ guerra dunque,
ma in ogni caso sarà la Commissione F.1
a decidere se congelare o scongelare…
La retromarcia di Wolff sull’accordo raggiunto
a Singapore riguardante la possibilità,
nel 2016, di poter intervenire sulle power unit
a stagione in corso, ha mandato
su tutte le furie Mattiacci e Horner