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MOTO GP

GARA A VALENCIA

Stefano Semeraro

Contro la Famiglia c'è poco da fare. A meno

di non chiamarsi Valentino Rossi. La Fami-

glia è quella dei Marquez, che quest'anno ha

letteralmente monopolizzato i titoli del

motomondiale: Marc inMotoGP e il suo fra-

tellino Alex in Moto3. Non era mai successo

che a fare la doppietta su due ruote fossero

due fratelli. A Valencia è bastato un terzo

posto al 18enne Alex per respingere l'attacco

di JackMiller, che pure ha vinto il doppio dei

suoi GP (6 contro 3), per alzare la coppa iri-

data proprio come il fratellone. «Ma in fami-

glia non ci sono campioni del mondo – assi-

cura Julià, il padre di Alex e del Piccolo Dia-

volo che da parte sua in Moto GP è andato a

segno per la 13esima volta nella stagione –

anche se siamo entrati nella storia tutto con-

tinuacomealsolito,cisonodeifigliedeigeni-

tori». Fra l'altro anche il campione di Moto2,

Tito Rabat, si allena con i fratelli Marquez «e

ormai fa un po' parte della Famiglia», come

assicura Marc.

L'unico a non abbassare le mani, in questo

tripudio dinastico della Spagna, è il solito,

eterno Valentino Rossi, che a Valencia si è

piazzato secondo alle spalle di Marquez e ha

conquistato il posto d'onore nella classifica

mondiale. Per lui quest'anno anche due vit-

torie, 13 podii, una pole: un bilancio mica

male, considerato che il Dottore ormai ha 35

anni e un anno fa pareva sull'orlo della pen-

sione. Valentino del resto non pare affatto

rassegnato ad occuparsi di vicende geriatri-

che, vista la maniera con cui a Valencia ha

regolato Jorge Lorenzo e il resto della trup-

pa. «Be', se non ci fosse stato Marquez il

Mondiale quest'anno lo avrei vinto io», ha

sintetizzato, e non si può proprio dargli tor-

to.

Sotto la pioggia Valentino è stato anche al

comando per qualche giro, battagliando con

la Ducati Pramac di Andrea Iannone, poi si è

attaccato al retrotreno di Marquez e non lo

hapiùmollato,mentreLorenzosiperdevafra

fragilità nervose e cambi gomme sbagliate.

Alla fine, Rossi ha chiuso davanti a Pedrosa,

Andrea Dovizioso e Cal Crutchlow con le

Ducati ufficiali, mentre la rientrante Suzuki

si è dovuta ritirare con De Puniet. Nella

seconda parte di stagione il Dottore ha mes-

so in banca più punti di Marquez, 154 contro

137, il secondo posto del 2014 non è certo un

premio alla carriera, anzi. Sa più di base di

partenza per una nuova stagione da combat-

tere con il coltello tra i denti, per dimostrare

a Marquez che i record non li sa battere solo

lui. «Dadomani si ricomincia a lavorareduro

– ha promesso Valentino – perché nel 2015

si può fare meglio». Occhio all'highlander,

perché fa sul serio.