Stefano Semeraro
Come è triste Abu Dhabi, ancora quattro
anni dopo. Nel 2010 sulla pista dell'emi-
rato Fernando Alonso lasciò un mondia-
le già vinto per colpa di un errore del
muretto, stavolta ci tornerà per dare l'ad-
dio alla Rossa. L'ultima gara in Ferrari,
prima di passare alla McLaren, mentre
l'ultimo impegno di public relations per
il Cavallino l'ha vissuto in questi giorni
sempre da quelle parti, in Bahrain per il
weekend del Mondiale Endurance, dove
è andato a posare con l'equipaggio GT
della AF Corse, oltre che a fare un saluti-
no al suo vecchio amico Mark Webber,
impegnato con la Porsche nella gara del-
le LMP1. Ne ha approfittato per appog-
giare la causa dei piccoli team, gli “strac-
cioni” che tanto infastidiscono Bernie
Ecclestonema senza i quali neppure Nan-
do, che in F.1 ha esordito con la Minardi,
avrebbe avuto la certezza di guidare nel
Circus. «Non so bene quali siano i proble-
mi, né le soluzioni, ma so che ne trovere-
mo una. I piccoli team sono fondamenta-
li per sviluppare i giovani talenti, anche
perché lì tutti partono con le stesse chan-
ce». Ad Abu Dhabi non solo Alonso, ma
tutta la Ferrari vivrà un weekend partico-
lare. Il pilota di punta del team è ormai
un ex, con la testa già altrove, puntata ad
altri progetti, il suo sostituto, Sebastian
Vettel, ancora corre per la concorrenza.
L'unico vero ferrarista al momento, se
vogliamo, è Kimi Raikkonen, che però è
stato a lungo “disperso” durante questa
tormentata stagione della Rossa.
«Prevedo che io e Kimi andremo molto
d'accordo – si è lasciato sfuggire Vettel
parlando alla Bild am Sontag – perché lui
è uno molto sincero e diretto, quindi dal
lato umano non avremo assolutamente
nessun problema». I due in effetti sono
amici, anche se il termine amicizia, nel
caso di Ice man Kimi, va preso con le pin-
ze. Qualcuno avrebbe sognato di vedere
Vettel fare coppia con Alonso nella nuo-
va Ferrari che Marco Mattiacci sta cer-
cando di edificare sulle rovine di questa
stagione, ma per il tedesco nonostante la
glacialità del carattere, il finlandese pro-
mette di essere un partner decisamente
più soft. La ragione? La spiega lo stesso
Vettel: “Grazie a dio Kimi non ha nessun
interesse nelle questioni politiche all'in-
terno del team». Come a dire: tu pensa
correre, Kimi. Che io penso a vincere.
Chissà se sarà davvero così. Come sei pie-
na di dubbi, Abu Dhabi, quest'anno.
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Alonso nel paddock di Al Shakir con l’amico Webber