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L’INTERVISTA

VINCENZO SOSPIRI

Stefano Semeraro

Vincenzo Sospiri, e non ci stancheremomai

di ricordarlo, è stato uno dei migliori pilo-

ti italiani degli anni Novanta, un ragazzo di

grande talento, ma che per vari motivi non

è mai riuscito a trovare la giusta via verso

la F.1. Accarezzata come tester Benetton e

raggiunta con la disastrata Lola, ritiratasi

dopo appena un evento. Sospiri ha poi cor-

so in America e nei Prototipi divenendo

imbattibile con la Ferrari 333 Sp. Il roma-

gnolo, appeso il casco al classico chiodo, ha

poi deciso di rimanere nel motorsport met-

tendo le proprie conoscenze a disposizione

dei giovani piloti e fondando anche un

team, la Euronova.

Quest’anno come Euronova siete sta-

ti impegnati su tre diversi fronti:

Auto GP, F.Renault NEC e F.4 Italia.

Che cosa ha significato dal punto di

vista logistico e dell’impegno dei

vostri uomini?

«E’ già da tre, quattro anni che siamo impe-

gnati in tre diversi campionati. E' dura, non

dico difficile, perché fortunatamente posso

contare suragazzimoltobravi, ingegneri bra-

vissimi che si occupano un po’ di tutto e poi

c’è mia moglie che gestisce la logistica. Così,

dividendo le tre squadre riusciamo a dare il

massimo. Consideratoche siamosempre sta-

ti nei primi due o tre team nei vari campio-

nati, credo vada a nostro merito».

Recentemente avete allargato la

vostra sede a Forlì, molto spaziosa e

divisa in reparti. Con tre categorie da

disputare è stata la giusta scelta...

«L’allargamento in realtà era stato deciso

nel 2007, quando avevamo comprato la

sede. E' una cosa che dovevamo fare: si trat-

tava di rimanere lì e sopravvivere, oppure

investire, anche con dispendio di risorse,

ma crescere. Sta funzionando. Come si

dice? O crescere o chiudere»

In Auto GP avete vinto il campionato

con Sato, che ha anche corso in GP2

con il team Campos. E’ stato utile al

giapponese disputare la GP2 per

arrivare al titolo Auto GP?

«L’Auto GP Sato l'avrebbe vinta comun-

que, visto che è riuscito ad arrivare primo

anche saltando quattro gare. Anche l'anno

scorso aveva dominato, poi un errore gli è

costato il titolo. Quest'anno ha vinto sei

corse su dodici, non ha sbagliato più,

insomma il titolo se l'è super meritato. For-

se bisognerebbe rovesciare il concetto: è

stato il correre in Auto GP che l'ha aiutato

in GP2».

Dopo aver corso nell’ALPS quest’an-

no avete scelto la serie nordica NEC.

Quali differenze avete riscontrato?

Tornerete nell’ALPS?

«Non abbiamo trovato grosse differenze.

La scelta del NEC è stata dovuta alla volon-

tà di sponsor e piloti. Noi, anche se certe

cose non ci erano piaciute, saremmo rima-

sti nell'ALPS volentieri. Il NEC peraltro

proponeva cinque circuiti di F.1, un ele-

mento sicuramente positivo».

Quest’anno è nata la F.4 Italia e voi

avete subito abbracciato questa ini-

ziativa. Come è andata e che ne pen-

si della serie? Può avere un futuro in

Italia?

«La F.4 è andata bene per tutti. La macchi-

na è molto valida, azzeccata per insegnare

bene ai ragazzini. Molto precisa. Anche le

gomme sono interessanti, con un ottimo

picco di rendimento e poi una buona dura-

ta. Complimenti anche alla Pirelli, ma

soprattutto a Gianfranco De Bellis e Artico

Sandonà, perché in poco tempo hanno tira-

to fuori una macchina spettacolare».

La Tatuus è il più grande costruttore

di monoposto per le serie propedeu-

tiche. Euronova ha un lungo rappor-

to con loro, tra Renault, la defunta

Abarth, la F.4...

«Noi abbiamo iniziato a collaborare con

Tatuus nel 2001/2002, con la F. Renault

2.0. La loro forza sta nella professionalità,

nell’intelligenza che mettono nel loro lavo-

ro, nella comunicazione che sanno stabili-

re con le squadre. Un livello professionale

altissimo, sono i numeri uno».

Sospiri con Fontana,

uno dei giovani

che ha allevato

nella F.4