

L’annata è stata molto dura per Sainz.
Doveva vincere per convincere Helmut
Marko a promuoverlo in F.1, ma a un cer-
to punto dell’anno neanche i successi otte-
nuti e la leadership in campionato sembra-
vano contare. Quando ad agosto la Red
Bull ha fatto quel blitz per accaparrarsi
Max Verstappen e portarlo direttamente in
Toro Rosso sacrificando Jean-Eric Vergne,
Sainz non sapeva più che fare. Si era visto
estromesso senza tanti complimenti, pro-
prio come accaduto un anno primo al suo
amico Antonio Felix Da Costa, scavalcato
da Daniil Kvyat nel mondiale 2014.
Va detto che il Sainz di questa stagione era
completamente differente da quello degli
anni precedenti, soprattutto quello poco
consistente visto in GP3. Il tanto atteso
switch mentale, che a tanti non riesce, era
arrivato: “Ho capito che era necessario
cambiare il chip, dovevo trovare il vero
Sainz dentro di me. Ho trascorso mesi
invernali molto intensi, ho lavorato tanto
sulla parte mentale. Poi, è arrivata la pos-
sibilità di correre per la Dams, una squadra
che ha dimostrato di concedermi tutta la
fiducia possibile, che mi ha aiutato nel pro-
cesso avviato per essere più forte sotto tut-
ti i punti di vista”. Le sette vittorie e le set-
te pole sono lì a dimostrare il cambio di pas-
so di Carlos, ma la porta della F.1 pareva
chiusa e la idea Caterham per niente appe-
tibile e concreta. Poi, è accaduto che Seba-
stianVettel ha deciso di lasciare laRedBull,
Kvyat è stato portato al fianco di Daniel
Ricciardo e di conseguenza la Toro Rosso
si è ritrovata con un sedile libero che ha
assegnato a Sainz. Che è divenuto il più gio-
vane a fregiarsi del titolo WSR e soprattut-
to è il primo pilota della Red Bull a conqui-
starlo: non ci sono riusciti Jean-Eric Ver-
gne e Daniel Ricciardo, Jaime Alguersua-
ri, Brendon Hartley e Antonio Felix Da
Costa. Solo Sebastian Vettel, nel 2007,
poteva ottenere il primo posto finale, ma
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RENAULT 3.5
IL CAMPIONE 2014