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“Anche se ho faticato più del solito a tenere alto il ritmo, siamo

in testa alla fine di una giornata difficile e domattina dovremo

valutare bene le condizioni della strada per scegliere le gomme

giuste”. Così diceva Giandomenico Basso sabato sera, davanti

a una classifica che gli stava dando ragione: Alessandro Perico,

il meno lontano dei suoi inseguitori, era dietro di ventun secondi

e cinque e non pareva aver nessuna voglia di mettere a rischio

un risultato che lo sodddisfava ampiamente. E che né Rudy Mi-

chelini, né “#NC3” - i due in lotta serrata fra loro per il terzo

posto che lo seguivano a quaranta secondi e spiccioli – erano

più in condizione di impedirgli di cogliere. Non nel poco che re-

stava prima rompete le righe, non nei venti chilometri abbon-

danti da ripetere due volte in una mattinata grigia e fredda.

Coreglia: undici chilometri d'asfalto, i primi, ricoperti da un velo

d'acqua, sei umidi e “sporchi” e solo tre, gli ultimi, sostanzial-

mente asciutti. Non proprio un rebus irrisolvibile per chi non è

più costretto ad attaccare. E invece il veneto s'è complicato la

vita, affrontandoli con quattro stampo. Scelta rischiosa, la sua.

Inutilmente ed esageratamente azzardata. Pagata con un busso

fatale dopo appena un paio di migliaia di metri. Colpa di una

chiazza di gasolio, prova a spiegare Giando a frittata ormai

fatta. Forse per non ammettere lo sbaglio, forse solo per scari-

care in qualche modo la delusione per una vittoria buttata via.

“Ero arrivato qui con l'idea di provare a fare qualche bel tempo

e l'obiettivo di ritagliarmi un posto sul podio”, fa Perico a bocce

ferme. “Stamani ero ripartito con in testa solo l'idea di difen-

dere la seconda piazza”, aggiunge dopo aver messo in cassa-

forte la sua terza vittoria in un appuntamento della serie

tricolore. Dieci anni dopo essersi imposto a Sanremo, due anni

dopo averlo fatto al 1000 Miglia. “Ho cercato di andare forte

dove le condizioni del fondo lo permettevano e di stare abbot-

tonato dove era davvero troppo facile sbagliare”, spiega il ber-

gamasco senza farla lunga. Senza farla lunga, rende merito a

Terenzio Testoni, l'onnipresente tecnico della Pirelli: “Se ho

vinto è anche e soprattutto grazie a lui che una volta di più mi

ha consigliato le gomme più adatte”.

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ITALIANO RALLY

Il Ciocco