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ITALIANO RALLY

Sanremo

Quattro decimi a Giandomenico Basso nei quasi quattordici chi-

lometri e mezzo della prima piesse, quattro secondi e due nei

dieci e mezzo della seconda. Paolo Andreucci si lascia alle spalle

la prima mini-boucle con la certezza che per vincere dovrà bat-

tersi come e più di quanto aveva pensato prima di scendere dalla

pedana. Contro il trevigiano con la Fiesta a tutto gas, ma non

solo: Alessandro Perico e Umberto Scandola, appaiati al terzo

posto, sono a nove secondi e nove ed è piuttosto chiaro che non

pensano solo a giocarsi fra loro il bronzo. Il bis della Coldirodi-Pe-

rinaldo lo conferma: il veronese con la Skoda vince il terzo round

e la classifica si accorcia con i tre candidati al titolo tricolore rac-

chiusi in meno di otto secondi. Il garfagnino sa di doversi dare

una mossa e lo fa. Mettendoci molto di suo, nei tre tratti del se-

condo giro, quasi una prova speciale della Ronde, allunga. Ma

solo di un po'. Al secondo passaggio sul lungomare sanremese,

il suo vantaggio su Giando è salito a undici e quattro e quello su

Umbi a undici e sette e all'appello manca Perico che un problema

all'idroguida della sua 208 T16 ha costretto alla resa sui monti, la

partita resta aperta davvero. Nei quarantacinque chilometri e set-

tecentoventi di curve, curvette, tornanti e tornatini che legano

Coldirodi a San Romolo passando da Perinaldo, Apricale, Bajardo

e passo Ghimbegna può succedere di tutto. E non è un modo di

dire.

Dopo i primi quindicimila metri della Ronde notturna Basso è

un paio di secondi più lento di Andreucci e Scandola lo è di tre.

Al rilevamento dopo altri ottomila metri i due di testa sono ac-

creditati dello stesso intertempo. E a loro poco può importare

che il terzo incomodo, alle prese con un serio problema ai freni

e uno anche più serio alla trasmissione, sia scivolato già indie-

tro. Hanno altro a cui pensare. Si chiedono dove provare a fare

la differenza e, soprattutto, a come fare in modo che gli pneu-

matici, i freni, gli ammortizzatori e quant'altro tengano botta

fino al controllo-stop. Sanno fin troppo bene che devono pre-

servarli; attaccano, ma con un certo giudizio. Al rilevamento

piazzato al chilometro trenta sono ancora appaiati. L'otto volte

campione italiano prende atto che tutte le componenti della

sua Leonessa sembrano resistere alla grande e in quel che resta

pigia più forte sul pedale di destra. Prende qualche rischio, una

frenata violenta per evitare un dritto nella fettuccia che porta

a Bajardo fa tacere per qualche attimo il quattro cilindri fran-

cese e gli fa scendere un brivido gelato lungo la schiena. Però

non rovina il suo ennesimo capolavoro. Il verdetto della prova,

una delle poche della stagione tricolore ad essere veramente

speciale, gli dà ragione. Non ha fatto il vuoto, ma va a nanna

da leader con una ventina di secondi sull'unico che ancora po-

trebbe acchiapparlo. Stefano Albertini, terzo, è a più di un mi-

nuto, e Umberto Scandola, quarto, a più di due. Non è finita,

in programma ci sono ancora due prove da ripetere due volte

e tuttavia è abbastanza evidente che dopo aver fatto cilecca al

Ciocco, Basso non può permettersi di sprecare un altro colpo.

Prova a reagire sulla Passo del Maro, ma deve lasciare qualche

altro decimo a Andreucci che lascia qualcosina a Scandola. E

capisce che alla regolare la sfida è finita. In quel che resta, il

fordista alza un po' il piede e il peugeottista fa ovviamente al-

trettanto. Il minimo sindacale gli basta per tornare ad arrampi-

carsi sull'attico del podio sanremese.

“Ieri la battaglia è stata dura”, fa a bocce ferme. “E sono con-

vinto – aggiunge – che la battaglia per il titolo tricolore si de-

ciderà solo alla fine della stagione”. Forse lo sarà davvero, ma

intanto s'è piazzato in testa al gruppetto...

Nei quarantacinque chilometri della Ronde notturna

Giandomenico Basso ha spinto al massimo ma non è bastato