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FORMULA 1
La provocazione
Stefano Semeraro
La F.1? Ormai uno sport per 'signorine'. Troppo comodo, troppo fa-
cile, decisamente a portata di piloti la cui principale qualità è reperire
sponsor. Soprattutto troppo sicura. Pare una contraddizione, in un
epoca in cui la sicurezza è il primo comandamento in tanti campi, ma
questa è l'opinione di Kimi Raikkonen e Niki Lauda.
Il finlandese è uno abituato a correre perennemente sul filo, la sua ap-
parente glacialità piace o non piace, comunque divide, e di questi
tempi è in bilico anche il rinnovo del contratto conMaranello. Forse per
questo Iceman ha lanciato l'attacco ad una categoria in cui non si rico-
nosce più tanto. «Quando sono arrivato in F.1 tutto era molto più elet-
trizzante per tutti», ha detto rispondendo a Jean Alesi su Canal+. «Era
davvero il massimo, ma era tanto tempo fa. Allora si pensava che le
macchine sarebbero diventate sempre più veloci, invece attraverso i re-
golamenti sono state rese più lente. Dobbiamo fare qualcosa per ren-
dere più eccitante lo sport per chi lo guarda in tv, in modo che si possa
apprezzare la velocità. Bisognerebbe rendere le gare anche un po' più
pericolose: fa parte del gioco».
Lauda se la faceva...
nei pantaloni
Sventatezza o pragmatismo davanti agli ascolti tv in picchiata? Voglia
di stupire o adrenalina repressa da pilota? «Nessuno spera che qual-
cuno si faccia male, intendiamoci, ma così si renderebbe tutto un po'
più eccitante». Raikkonen fra l'altro ha poi chiarito che la sua inten-
zione sarebbe di rimanere con la Rossa («è qualcosa di speciale, poi
quest'anno la macchina, l'atmosfera nel team sono i migliori che abbia
mai avuto»), il suo incitamento al rischio è però destinato ad avere echi
anche in futuro – del resto lo strategy group, con parole meno forti, è
arrivato a considerazioni più o meno simili – e comunque ha già rac-
colto il plauso di Niki Lauda. Uno che di rischi e di incidenti un po' se
ne intende, anzi: ne porta addosso i segni. «La cosa più importante è
rendere le macchine più difficili da guidare», ha spiegato con la sua
consueta franchezza alla Bild am Sontag il presidente (non esecutivo)
della Mercedes. «Quando sono passato dalla Formula 2 alla Formula
1 me la facevo nei pantaloni. La F.1 deve tornare a essere una cosa
per uomini veri, non per bambini che giocano con i pulsanti sul volante.
Solo i piloti con grande talento, e sottolineo la parola talento, dovreb-
bero poter guidare in F.1».
Più velocità, più rischio
niente fattori artificiali
L'allusione al baby Max Verstappen e ai suoi pasticci adolescenziali a
Monte-Carlo sembra abbastanza scoperta, anche se, specifica Lauda,
non si può rimettere indietro la lancetta del Tempo. «Non possiamo
tornare al passato, ma neanche accettare che un pilota possa control-
lare la macchina solo attraverso dei bottoni». La proposta dello stra-
tegy group è di guadagnare almeno cinque-sei secondi a partire dal
2017. «Non voglio che le F.1 diventino più pericolose. Ma più rischiose
da guidare sì», ha spiegato Lauda. «Il fattore di rischio è qualcosa che
si è perso, se si aumentasse la velocità però sarebbe meglio sia per i
piloti sia per il pubblico. L'importante – ha poi aggiunto – è però che
non si introducano fattori artificiali nel tentativo di aumentare l'inte-
resse, come le griglie rovesciate o le zavorre alle vetture. Questo non
deve succedere». Liberi di correre, liberi di rischiare.