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IRCUP

Casentino

Guido Rancati

foto Pace

“Questa volta è andata così...”, dice ancor prima di sfi-

larsi dall'abitacolo della Hyundai. Aggiunge: “Capita con

una certa frequenza che al Casentino sia l'ultimo tratto

a decidere la gara ed è successo anche quest'anno: di-

ciamo che ci è andata bene”. Non ha nessuna voglia di

infierire sui vinti, il gentleman comasco e allora lascia che

siano gli altri a osservare che sì, se Colombini non avesse

tagliato una gomma e Re non fosse andato a incocciare

con una ruota la spalletta di un ponte nella prima parte

della prova-monumento quasi certamente non ce

l'avrebbe fatta ad assicurarsi il diritto di andare a occu-

pare l'attico del podio, ma che l'oro se lo è comunque

guadagnato. Eh già, è stato bravo assai a evitare le mille

trappole dell'anello finale affrontato a passo di carica per

riscattare una prestazione non propriamente esaltante.

Iniziata venerdì sera con un promettente secondo tempo

dietro a Stéphane Sarrazin nella kermesse di Bibbiena e

proseguita con poche luci e tante ombre. “In effetti –

conferma – non ero riuscito a lasciare il segno e la cosa

non poteva piacermi”. Per un verso per l'altro, malgrado

un altro secondo tempo raccolto nel secondo passaggio

sulla Dama, uno dei protagonisti annunciati era stato

solo comprimario, poco più che spettatore in una sfida

che, sparito subito il francese, erano stati il sammarinese

con la Fiesta della Tam-Auto e l'altro comasco, quello

con la DS3 della d-max, a rendere incandescente come

l'asfalto dell'assolato aretino. Nei trentasei chilometri e

ottocentottanta del gran finale invece è stato grande.

Nel non sbagliare niente, ma anche e soprattutto nel fir-

mare un tempo da urlo.

Fontana non è l'unico a poter sorridere alla fine di un

rally bello e tosto, ma è il solo a riuscire a farlo fra quelli

che trovano posto sul podio. Colombini, terzo, non può

non pensare a quello avrebbe potuto essere e non è

stato e Alessandro Re, ottimo secondo nel suo primo im-

pegno “vero” con una vuerrecì, non riesce a non pen-

sare al babbo che ha visto fermo per strada: “Speravo di

essere qui a festeggiare l'ennesima vittoria di un cin-

quantatreenne che va ancora molto forte...”, sussurra il

ragazzo che non sbaglia quasi mai. Che aveva affrontato

l'impegno con l'idea di non strafare e non difatti non ha

mai esagerato. Ma ha mostrato una volta di più di sa-

perci proprio fare.

Colombini-Zanella