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Stefano Semeraro

Le parole sono da guerriero, lo sguardo e il tono un po' meno. Nico Rosberg è il pi-

lota uscito con più ossa rotte (per fortuna solo virtualmente) dal weekend di Monza.

Un terzo posto che poteva diventare secondo sfumato – è proprio il caso di dirlo –

con l'odore di bruciaticcio della sua power unit Mercedes, i punti di distacco da Ha-

milton nella classifica generale che salgono a 53. E la coscienza che nei pensieri di

tutti ormai la sua posizione nel team è quella di una vera e propria seconda guida.

«In effetti è stato un bel passo fatto nella direzione sbagliata», ammette. «E' stata

la sconfitta più grossa di tutta la stagione, almeno se parliamo del singolo giorno di

gara, una brutta botta, e ora ho bisogno di raccogliere parecchi punti. Ma conti-

nuerò a battermi. Mollare non fa parte del mio stile, quindi continuerò a spingere per

cercare di vincere le prossime due gare». Ammirevole, anche se durante le intervi-

ste i suoi occhi vagavano un po' nel nulla, in cerca di un appiglio saldo a cui appen-

dere un brandello di speranza. I suoi guai monzesi sono iniziati in realtà il sabato,

quando una perdita all'impianto di raffreddamento ha costretto il team a cambiare

la power unit sulla sua vettura, montando un vecchio propulsore che era stato uti-

lizzato per l'ultima volta in Belgio.

«In realtà non era un problema di motore, ma di telaio, però ha avuto ripercussioni

gravi. La vecchia power unit aveva corso già sei gare, quindi con parecchi chilome-

tri all'attivo, ma non ci aveva dato segnali. Vederla esplodere a due giri dalla fine è

stata una sorpresa – ha aggiunto Toto Wolf - Avevamo deciso di spingere un po' di

più, per cercare di prendere Vettel, visto che finalmente i freni di Nico si erano raf-

freddati a sufficienza per tentare un attacco, ma il propulsore ha deciso di lasciarci

proprio in quel momento».

E in quel momento, forse, se ne sono andate in fumo anche le residue speranze di

Rosberg di sentirsi ancora una prima guida.