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WEC
Gara a Austin
Le due Audi sul podio
ma serve un cambio di passo
Gli alfieri Audi, senza sbavature, hanno ottenuto il massimo
possibile: seconda posizione, con Andre Lotterer riuscito a
mettersi dietro l'altra R18 di Lucas Di Grassi, poi terzo assieme
a Oliver Jarvis e Loic Duval (anch'essi puniti con 60” di stop
and go per una irregolarità al cambio gomme). Nonostante
qualche imprevisto venerdì abbia fatto perdere tempo pre-
zioso nella ricerca del set-up, il boss Wolfgang Ullrich è stato
onesto: «La Porsche era superiore». Le turbodiesel di Ingol-
stadt hanno nell'affidabilità l'arma principale, al momento, ma
potrebbe non bastare. Lotterer-Fassler-Treluyer difendono la
testa alla classifica con 113 punti, Hartley-Webber-Bernhard
sono ormai in scia, a 103. E su di loro pesa lo zero nella tappa
inaugurale a Silverstone. Con tre round rimasti, tenendo que-
sto trend e contando sull'eventuale sostegno dell'altra Por-
sche, il sorpasso appare scontato. A meno che in casa Audi non
ci sia una reazione.
Una sola Toyota al traguardo
qualche sbaglio di troppo
Nessuna sorpresa dalla Toyota. Le due coupé giapponesi viag-
giano lontane dalla concorrenza teutonica, ma nemmeno i suoi
portacolori sono esenti da critiche: sul banco degli imputati so-
prattutto Mike Conway, andato a sbattere in Curva 11 mentre
stava compiendo un doppiaggio. Macchina in sovrasterzo e
contro le barriere, a differenza del precedente testacoda in cui
era stato graziato. «Sono davvero dispiaciuto», ha detto l'in-
glese a orecchie basse. Al traguardo è giunta quindi una sola
TS040, quella di Kazuki Nakajima, Sebastien Buemi e Anthony
Davidson. Il britannico ha peraltro dovuto compiere un giro a
ritmo ridotto per non rimanere a secco, dopo aver fallito l'in-
gresso in pit-lane per compiere il rifornimento. Unico lampo
l'avvio di Buemi, capace di infilare Lotterer senza però resistere
a lungo. «Pensiamo al Fuji» è il motto recitato all'unisono dalla
compagine nipponica.
ByKolles facile tra i privati
G Drive al top in LMP2
Nonostante qualche peripezia, il team ByKolles si è preso un fa-
cile successo tra le LMP1 private approfittando dei guai oc-
corsi alle due Rebellion. Ma a far notizia è più il quinto posto
assoluto di Roman Rusinov, Julien Canal e Sam Bird, con la Li-
gier LMP2 del G-Drive Racing. Alle loro spalle bel recupero per
Howson-Bradley-Lapierre, alfieri del KCMG arretrati dopo la
pole di classe cancellata in qualifica, che hanno tenuto dietro
Yacaman-Derani-Gonzalez nonostante una sanzione ricevuta
nelle fasi conclusive.
Porsche trionfa in GTE Pro
consolazione Ferrari in GTE Am
La Porsche ha celebrato la vittoria anche in GTE Pro. Anzi, una
doppietta: Michael Christensen e Richard Lietz hanno prece-
duto l'altra 911 del Manthey Racing, quella di Patrick Pilet e
Frederic Makowiecki, al termine di un piacevole confronto. Ve-
L’Audi R18 di Fassler-Treluyer-Lotterer
loci in qualifica, le Aston Martin non hanno brillato sulla di-
stanza, restando fuori dal podio. La terza posizione è andata a
James Calado e Davide Rigon, mentre Gianmaria Bruni e Toni
Vilander hanno visto vanificati i loro sforzi dall'apertura della
portiera sinistra, con conseguente pit-stop obbligato per la so-
stituzione. Nel complesso è stato un weekend difficile per le
Ferrari della AF Corse, a corto di aderenza per le temperature
elevate. Unica consolazione per Maranello, il terzo centro con-
secutivo in GTE Am di Andrea Bertolini, Victor Shaytar e Alek-
sey Basov sulla 458 marchiata SMP. Bella cavalcata di Earl
Bamber, sulla 911 del Proton Racing, che ha scavalcato Rui
Aguas e Marco Seefried, negando la gioia del podio di catego-
ria a Patrick Dempsey. L'attore americano, divenuto corridore
praticamente a tempo pieno, si è senza dubbio fatto onore.
La Ferrari 458 SMP
prima tra le GTE Am