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Stefano Semeraro

Monza ha definitivamente re-

settato la stagione, nel senso che

ormai i sogni di gloria sono stati

abbandonati – vedi le dichiarazioni

'tombali' di Marchionne, anche se Mau-

rizio Arrivabene continua a sostenere

che “non molleremo questa stagione” (e

del resto, cosa potrebbe dire nel suo ruolo?).

Il podio di Sebastian Vettel è stato il conten-

tino per la folla (150 mila spettatori tra sabato e

domenica) accorsa nella speranza che come in pas-

sato il circuito di casa favorisse o' miracolo. Invece,

le Mercedes non si sono liquefatte, anzi, e il distacco

con il quale ha dominato Nico Rosberg e la facilità con

cui

ha

rimontato

Lewis

Hamilton

restano

imbarazzanti. Quando Vettel ha provato a spingere sulle su-

persoft per cercare di avvicinare il suo connazionale della Mer-

cedes, che girava con le medie, per tre volte in 7 giri Nico è

stato comunque più veloce. Fra le due mescole c'è una differenza

di rendimento di circa un secondo (a favore delle supersoft), quindi

è facile capire che le Frecce d'argento fossero più veloci di circa un

secondo e due decimi. Stavolta nessuno ha sbagliato niente, i piloti

hanno dato quello che potevano, il box non ha sbagliato strategie (quella

a due soste era risultata più veloce nelle simulazioni anche se ha concesso

ad Hamilton di prendersi il secondo posto), e questo forse è ancora più avvi-

lente. Bisognava prenderne atto, smetterla con i proclami e tornare alla realtà.

Il GP d'Italia è stata tolta la maschera alle illusioni.