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BLANCPAIN GT

Il campione Silver

Come mai la decisione di passare, così giovane, già al mondo

del GT?

“Diciamo che non sono poi così giovane se guardiamo la situa-

zione generale. Molti alla mia età sono già nel Gran Turismo da

qualche anno, come il mio compagno Stolz, che è già al terzo.

Diciamo che l’età è quella giusta, perché nelle formule è sem-

pre più difficile proseguire sia a livello di budget che di sbocchi

futuri a livello professionale. Sicuramente ricevi una formazione

importante a livello tecnico per poi provare a diventare un pro-

fessionista nel mondo del GT”.

Passando dalle monoposto alle ruote coperte ti devi adattare

a dividere il tuo sedile con gli altri. Com’è stato il primo im-

patto?

“Non è semplice, devi sacrificarti. Mi sono trovato molto bene

con Andrea Piccini che mi ha seguito negli ultimi anni ed il rap-

porto è stato chiaramente facilitato. Anche con Stolz non ci

sono stati problemi. A volte magari vorresti fare qualche giro

in più, ma ti sacrifichi per il bene finale dell’equipaggio. Nel-

l’ultima gara dello Sprint ad esempio, abbiamo visto che

l’aspetto su cui dovevamo lavorare era il cambio pilota. È la

cosa su cui puoi fare la differenza perché in pista bene o male

le prestazioni sono livellate, ma in pit-lane si possono guada-

gnare secondi importanti, sia tra noi piloti sia tra i meccanici.

Non c’è solo un lavoro tecnico, ma soprattutto di squadra”.

Come si fa a trovare un assetto che sia ottimale per due o

tre piloti?

“Tra i piloti di alto livello e di esperienza la macchina va bene

per tutti. Nel 99% dei casi se c’è qualcosa che non va tutti ri-

scontrano la stessa difficoltà e si lavora in quella direzione.

Forse con un gentleman ci si deve adattare a determinate si-

tuazioni, ma è un’esperienza che non ho ancora provato”.

Raccontaci la tua prima volta nella 24 Ore di Spa.

“Una gara stupenda, ma va gestita in maniera completamente

diversa rispetto alle altre. Io l’ho vissuta con delle emozioni

davvero particolari. Non nego che è un po’ stressante, non per

l’aspetto della guida, ma per l’attesa della gara. Gestire una

giornata intera non è facile ed è un evento che dura una setti-

mana, con una preparazione di un mese. Voglio lavorare in ot-

tica dei prossimi anni per migliorarmi”.

Ci sono stati degli errori che non ricommetteresti?

“Diciamo che la cosa su cui devo migliorare è la gestione del

traffico, soprattutto quando in pista trovi dei gentleman. Ho

commesso qualche errorino ma nulla di grave. Solo a Le Ca-

stellet, alla fine del mio doppio stint, prima di cedere la mac-

china, ho toccato un doppiato piegando una sospensione.

Successivamente ci siamo ritirati per un problema elettronico,

che non ci è dato sapere se sia stato relativo a quello, ma sicu-