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LA CURIOSITA’
Simulatori
Cavani spiega
la simulazione
Cavani è un personaggio che abbisogna di ben poche presen-
tazioni: impegnato nella gestione sportiva in Ferrari F1 dal
1979, lavorando in seguito anche nel mitico ufficio interno di
Fiorano (il famoso "buncker", altresì conosciuto come "l'ufficio
del Drake"), Cavani è stato fautore oltre che della prima leva
al cambio anche dei progetti legati alle sospensioni attive, af-
fiancato all'epoca da Luca Baldisserri che si occupava del soft-
ware di controllo delle suddette. Divenuto responsabile di
ricerca e sviluppo per Ferrari GT ad inizio millennio, poi anche
consulente per Ferrari e per la Comunità Europea in veste di
esperto valutatore di progetti, Cavani ci introduce alle due dif-
ferenti filosofie che stanno alla base della simulazione profes-
sionale: "Una è legata allo sviluppo della vettura, l'altra è
dedicata all'apprendimento ed al punto di vista tattico che ri-
guarda il pilota. Ma non solo, troviamo infatti la ricerca speri-
mentale professionale che viene abbracciata dalla maggior
parte degli addetti ai lavori nel campo, ovvero cercare di repli-
care la realtà (parliamo di grossi simulatori con grandi sposta-
menti che cercano di riprodurre il fenomeno reale, dunque la
condizione reale della vettura, una replica della realtà), mentre
l'altra, sebbene possa sembrare simile, è totalmente diversa
dalla prima, poiché lavora sulla percezione che ha il pilota,
quindi cerca di trasmettergli la sensazione che stia avvenendo
qualcosa lasciandolo praticamente fermo. Parliamo in modo
ambizioso di arte della simulazione. La filosofia legata allo svi-
luppo vettura utilizza in buona parte l'elettronica stessa della
macchina, facendola interagire con il modello matematico delle
fisiche della monoposto. La maggior parte di questi simulatori
provengono dall'Aerospace e sono molto pesanti, si tratta sen-
z'altro della categoria di simulatori più professionali ed avan-
zati. Tuttavia essi sono molto validi per ricreare la dinamica di
movimento dell'aereo, ma non lo sono altrettanto per una For-
mula 1, che ha tempi di risposta molto più rapidi. La dimostra-
zione è data dal fatto che molti piloti che fanno uso di questi
simulatori si sentono male. Per evitare problemi, ai driver viene
rallentata di pochi millesimi di secondo anche la parte grafica,
in modo da avere coerenza tra il movimento e ciò che si vede.
Questo è importante al fine dei nostri sensi di allarme e del no-
stro sistema sensoriale, principio dal quale parte la corrente di
pensiero abbracciata invece da Evotek. Non interessandoci un
simulatore di ricerca, ci siamo concentrati sulle esigenze del pi-
lota cercando di lavorare in 'real time'. Ci serviamo di un soft-
ware più leggero e magari più generico, con la centralina che,
ad esempio, è costituita semplicemente da un algoritmo di cal-
colo ottenendo immediatezza e trasparenza nei momenti di ri-
sposta. Grazie all'altissima professionalità di Marcus e Stefano
Casillo di Kunos siamo riusciti nel tempo a portare all'estremo
la nostra filosofia. Il nostro scopo è far muovere il meno possi-
bile il pilota facendogli percepire un mondo diverso, immer-
gendolo in un ambiente. Questa concezione coinvolge tutti gli
apparati sensoriali del corpo umano, quindi dal punto di vista
della ricerca è molto più intrigante”.