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Argentina 1958, Moss
cerca una monoposto…
Ma tra le tante corse d’inizio stagione, una in particolare va ri-
cordata per l’esito finale: il GP d’Argentina del 1958. Esatta-
mente sessant’anni fa, sui 3,912 km del tracciato di Buenos
Aires, il 19 gennaio prese il via un Campionato del Mondo in
cui veniva assegnato per la prima volta anche il Titolo Costrut-
tori. Il penta campione Juan Manuel Fangio era in procinto di
ritirarsi e voleva vincere l’ultima gara davanti al pubblico di
casa. Nelle prove fece segnare il miglior tempo al volante della
Maserati ed al suo fianco si schierarono le Ferrari del duo Haw-
thorn-Collins e l’altra Maserati di Behra. In seconda fila, accanto
a Musso (Ferrari) e Menditeguy (Maserati), c’era Stirling Moss,
che a sorpresa divenne il grande protagonista di quella gior-
nata. Il fuoriclasse inglese infatti, s’era qualificato col settimo
tempo su di una Cooper, nonostante fosse il pilota di punta
della Vanwall. Il team britannico di Tony Vandervell aveva ri-
nunciato a prendere parte alla corsa, costringendo Moss a cer-
carsi un altro volante. Fangio s’era fatto subito avanti offrendo
una Maserati privata della Scuderia Sudamericana, ma era ar-
rivato il veto della Vanwall:” Moss non può correre con una
macchina italiana, bensì solo con una marca d’oltre Manica.”
Da qui l’unica possibilità era rappresentata appunto da una
Cooper del Rob Walker Racing Team, una squadra privata. Un
modello spinto da un motore Coventry-Climax da 2200 cmc di
circa 200 cavalli, posto posteriormente, che s’era imposto al
debutto nel GP di Nuova Zelanda, ma contro una concorrenza
modesta e non parte del Mondiale.
… e la trova cambiando
la storia del Mondiale F1
Ebbene, grazie al rapporto peso-potenza, alle caratteristiche di
una pista breve e piena di tornanti, la Cooper T43 sbaragliò la
concorrenza, conquistando il VI° GP della Repubblica Argentina.
Alle sue spalle giunsero le rosse di Musso e Hawthorn, mentre
Fangio finì solo quarto, malgrado il giro più veloce. Un epilogo
che lasciò con l’amaro in bocca soprattutto Musso che polemica-
mente dichiarò:” Se dai box mi avessero segnalato per tempo il
diminuire del mio svantaggio, mi sarei gettato alla rincorsa di
Moss, con ben altra decisione.” Accuse prontamente respinte da
Maranello:” Se Musso si fosse svegliato prima, avrebbe raggiunto
e superato Moss.” In realtà, dei 30 secondi di svantaggio che il
ferrarista aveva nei confronti del leader a dieci tornate dal temine,
ne recuperò solo una decina a cinque giri dalla bandiera a scacchi.
Moss dal canto suo non nascose il suo stupore una volta tagliato
il traguardo: ”Non sono mai stato così sorpreso in tutta la mia
vita. Temevo addirittura di non riuscire a finire la gara. Al 60° giro,
ho rallentato l’andatura per paura di non finire la corsa, viste le
precarie condizioni delle gomme”.
Questo risultato entrò di diritto negli annali, perché non solo
si trattava del primo successo nel Circus della Cooper, ma di
una scuderia privata e soprattutto di una macchina con motore
posteriore. E non si trattò di un’impresa sporadica perché il 18
maggio di quello stesso anno Maurice Trintignant con la Coo-
per-Climax si aggiudicò il GP di Monaco. La F1 aveva quindi
varcato una nuova frontiera, che avrebbe cambiato la filosofia
di lavoro dei progettisti.