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FORMULA 1
FERRARI
2011:
UN PROGETTO TROPPO “CONSERVATIVO”
Nel 2011 la Ferrari brucia tutti sul tem-
po e presenta per prima la sua nuova
monoposto per festeggiare nel migliore
dei modi i 150 anni dell’Unità d’Italia.
Peccato che, mentre i suoi tifosi si
aspettano una rossa rivoluzionaria, i
tecnici del Cavallino puntano per l’en-
nesima volta su un progetto “conserva-
tivo”, su una macchina convenzionale.
Basterà per puntare al titolo? Dal pun-
to di vista tecnico c’è da registrare qual-
che miglioria di carattere aerodinami-
co, ma nulla più. Addirittura, mentre
tutti i team di di primo piano (leggi
McLaren, Mercedes e Renault) si con-
vertono allo schema pull-rod, reintro-
dotto in Formula 1 dalla Red Bull del
2010, la Ferrari conserva i soliti cine-
matismi, giustificando questa scelta
con una significativa miniaturizzazio-
ne degli vari elementi. Quando si passa
dai test pre-campionato ai primi Gran
Premi emergono tutti i limiti della 150°
Italia: la monoposto è più efficace sul
ritmo di gara che sul giro singolo; non
stressa le gomme, ma stenta a farle
andare in temperatura per mancanza
di carico aerodinamico e non è partico-
larmente veloce sul dritto. Se non ci
fosse un Alonso superlativo, che in tut-
ta la stagione guida al 110% delle sue
possibilità, sarebbe insomma una mac-
china da quinto-sesto posto. Ad aggra-
vere le cose ad inizio anno ci si mette
anche la galleria del vento che fornisce
dati sbagliati e costa il posto all’inge-
gner Aldo Costa, il responsabile tecnico
del Cavallino, sostituito da Pat Fry
all’indomani del Gran Premio di Spa-
gna. Allontanato Costa le cose miglio-
rano leggermente, ma solo perchè
anche la Ferrari può finalmente dispor-
re del “soffiaggio caldo”, meglio noto
come “hot blowing”, copiato di sana
pianta dalla Red Bull. In cosa consiste?
L’espediente tecnico, messo a punto
dal solito Adrian Newey insieme con i
motoristi della Renault, prevede che
anche ad acceleratore chiuso un picco-
lo quantitativo di carburante venga
immesso nella camera di scoppio e,
accendendosi a contatto con i condotti
di scarico incandescenti, provochi un
aumento della temperatura che accele-
ra il flusso d’aria sul diffusore posterio-
re e, conseguentemente, la deportanza
in corrispondenza del retrotreno. Sco-
perto il segreto vincente della rivale a
Maranello si lavora senza sosta per
dotare la 150° Italia di questo diaspo-
sitivo e i primi, incoraggianti risultati
si vedono in Canada e a Valencia, con
una Ferrari finalmente a ridosso delle
Red Bull. A Silverstone, dove debutta
anche una nuova aerodinamica ante-
riore e dove la FIA riduce temporanea-
mente l’effetto “soffiaggio”, arriva la
prima nonchè unica vittoria della sta-
gione. Dopo di allora una lunga serie di
piazzamenti ai piedi del podio e la deci-
sione di metà estate di cessare lo svi-
luppo della 150° Italia per dedicarsi
anima e corpo alla macchina del 2012.
Ovvero alla Ferrari della riscossa. Un
discorso che avevamo già sentito nel
2009, con la F60 e che sta diventando
un preoccupante leit-motiv per il
Cavallino.
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