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di Stefano Semeraro
Per spegnere (definitivamente) la luce sul
mondiale, Vettel dovrà vincere di notte. In
Asia, nel fascinosissimo e unico GP di Sin-
gapore, dove il Circus torna dopo la stagio-
ne europea. Fascinoso per lo scenario
architettonico in cui è incastonato, quello
di Marina Bay, per i problemi (e i pericoli)
che offre il tracciato lungo 5.071 metri e
progettato – ma c’è bisogno di dirlo? – da
Hermann Tilke, sul quale si gira,dato ano-
malo, in senso antiorario. Unico perché
nessun altro appuntamento del calendario
si corre interamente sotto le luci artificiali.
Con 53 punti di vantaggio di Sebastian su
Alonso e ancora sette gare da correre non
si può certo dire che il Mondiale sia aritme-
ticamente chiuso, ma dopo le ultime dimo-
strazioni di potenza della Red Bull una set-
tima vittoria del tedesco a Singapore rap-
presenterebbe probabilmente una saraci-
nesca morale sull’annata.
«Marina Bay è un circuito…. Killer», ha
detto il tedesco. «Ci sono tanti dossi, non
puoi proprio permetterti nessun errore.
Inoltre è una gara lunga, arriva sempre al
limite delle due ore, ti sembra che non fini-
sca mai». Il classico “mettere le mani avan-
ti”? Il sospetto viene, considerato che pro-
prio Vettel ha vinto le ultime due edizioni
del GP: lLe vittorie nel 2011 e 2012 sono sta-
te forse le mie migliori, perché è davvero
una delle gare più dure del calendario. Inol-
tre la gara inizia alle 8 di sera locali quindi
devi cercare di stare sintonizzato sul fuso
orario europeo il più possibile, per essere
pronto al momento giusto, anche se è un
po’ strano fare la prima colazione alle 2 di
pomeriggio e andare a letto nelle prime ore
del mattino. Insomma, quando arrivi alla
fine e hai vinto senti di esserti davvero
meritato lo champagne». Senza contare la
forte umidità, la (statisticamente) alta pro-
babilità di intervento della safety-car, e il
pieno di benzina che proprio la lunghezza
della gara prevede alla partenza. Per l’occa-
sione la Pirelli porterà in Asia le gomme
supersoft e medium, un cambiamento
rispetto allo scorso anno quando le prescel-
te furono le supersoft e le soft. «Il motivo è
che quest’anno a parità di specifica le gom-
me sono in genere più morbide, per massi-
mizzare il grip», spiega Paul Hembery,
direttore del motorpsort Pirelli. «Singapo-
re è un tracciato stradale molto accidenta-
to, con molta segnaletica dipinta che può
compromettere la trazione, inoltre si corre
di notte, con parametri quindi diversi da
tutti gli altri e che possono cambiare rapi-
damente nel corso della gara. Il pieno di
benzina incoraggia ulteriormente i team a
tentare esperimenti interessanti con le
strategie. Il nostro compito, in una gara
così lunga, è di trovare il giusto compro-
messo fra prestazioni e degrado per assicu-
rare che ci sia grande battaglia in pista fino
all’ultimo».
Quest’anno fra l’altro il tracciato è stato
modificato: la famigerata curva dieci, la
chicane nota come “Singapore sling” («la
peggior curva che abbia mai affrontato in
F.1», come disse Lewis Hamilton) è stata
rimossa e al suo posto i piloti si troveranno
ad affrontare una curva a sinistra più velo-
ce, «che abbasserà di circa un secondo il
tempo sul giro», come ha annunciato Fer-
nando Alonso su Twitter dopo averla pro-
vata al simulatore. Il ferrarista come Vettel
a Singapore ha vinto due volte (una vittoria
per Hamilton), e dovrà dimostrare, come in
parte si è intuito a Monza, che un barlume
di speranza per la Rossa esiste ancora. A
patto, però, di vincere la “bella” contro Vet-
tel.
APPUNTAMENTO
AL BUIO
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