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FORMULA 1
CHRIS HORNER
Il Mondiale 2013 è quasi nelle mani di Vettel, e i rivali della Red Bull sono preoccupati
che anche la prossima stagione replichi un copione già visto da quattro anni.
Horner si schermisce, ma lo stretto rapporto con Renault in un anno caratterizzato
dall’avvento dei turbo è un vantaggio in più. A meno che Newey…
LA GRANDE PA
Stefano Semeraro
La preoccupazione che circola in tutto il
mondo della F.1 al di fuori del box Red Bull
non è tanto che Sebastian Vettel vinca que-
st’anno il suo quarto titolo mondiale, e che
i “blu” mettano le mani anche su quello
costruttori. E’ che la Red Bull rivinca tutto
anche l’anno prossimo.
Bernie Ecclestone ha provato per primo
(«l’anno prossimo Vettel non vincerà più»)
ad esorcizzare l’allungarsi di un dominio
che da molti viene percepito come del tutto
legittimo – ci mancherebbe – ma anche
noioso. Ma si tratta di previsioni, magari di
desideri, non di certezze. Nel 2014 come è
noto cambieranno regolamenti e motori,
ritornerà l’era dei turbo, e già gli esperti si
sono divisi in due schiere: quelli per cui la
rivoluzione aiuterà i team concorrenti,
smantellando la superiorità accumulata
dalla Red Bull in questi anni; e i “pessimi-
sti” persuasi che, in una situazione di insta-
bilità e rinnovamento, il genio di Adrian
Newey avrà gioco persino più facile nello
sbaragliare la concorrenza.
«No, non ci sono garanzie di nessun tipo»,
ha provato allora a smorzare il fuoco (o ad
alzare nuovo fumo?) Christian Horner, il
team principal della scuderia di Mate-
schitz. «Noi abbiamo un’ottimo staff, un
ottimo partner per i motori, ma anche degli
avversari molto forti. Impossibile azzadare
delle previsioni. L’unica cosa che possiamo
fare è lavorare duro e aspettare la prima
gara della prossima stagione per capire a
che punto saremo». Il ruolo dei propulsori
l’anno prossimo sarà evidentemente molto
importante, e quindi vale la pena sottoli-
neare che a Suzuka sul podio sono finite tre
monoposto motorizzate Renault. Due era-
no, neanche a dirlo, Red Bull.
«Anche l’anno prossimo saremo partner di
Renault, e la nostra relazione con loro è
molto stretta – ha ammesso Horner – sia-
mo stati coinvolti molto da vicino nello svi-
luppo del nuovo motore, in termini di istal-
lazione. Potrebbero aver sbagliato a proget-
tare il motore, e sarebbe un guaio; oppure
potrebbero averci preso. In passato quando
i cambiamenti regolamentari sono stati
importanti se la sono però sempre cavata
bene, quindi abbiamo molta fiducia nelle
capacità degli ingegneri di Viry».
Come sempre, in questi casi, «l’affidabilità
sarà fondamentale - ha continuato Horner
- i motori dovranno fare più chilometri, e
la quantità di test permessa è molto limi-
tata. Il lavoro al banco e la preparazione
saranno importantissimi per i motoristi.
Quindi sono convinto che i motori stiano
già girando adesso…». Gireranno anche le
sorti del Mondiale? Per qualcuno la vera
questione è un’altra, e riguarda piuttosto
ciò che frulla nella testa di Newey. Che
dopo un quadriennio di successi alla Red
Bull potrebbe sentirsi appagato: a 54 anni
è difficile pensare che il mago di Startford
appenda il rapidograph al chiodo, però
potrebbe aver voglia di nuove avventure.
Di dedicarsi alla sua altra grande passione,
quella per la vela, magari progettando una
barca inglese per l’America’s Cup. Oppure
di raccogliere l’ultima sfida in pista: dopo
aver vinto con tutti, vincere anche con la
Rossa. A Maranello, per scacciare la paura
di un altro anno di delusioni, sotto sotto ci
sperano.
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