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FORMULA 1
ALAN PERMANE
di Stefano Semeraro
Che cosa ne pensa del tracciato india-
no?
«E’ un buon tracciato, con un certo nume-
ro di parti impegnative, ma niente di par-
ticolarmente insidioso. C’è una salita che
conduce alla curva 3, seguita da un bel ret-
tilineo; una lunga piega a destra e qualche
veloce cambio di direzione fra le curve 3 e
9 e fra la 13 e la 14. Ci aspettiamo che la
E21 renda bene sul quel circuito.
Inoltre, se a Suzuka abbiamo capito di
essere competitivi anche con le gomme
dure, la nostra macchina di solito rende
meglio con le mescole morbide, e quindi a
Buddh continuiamo di allungare la serie di
risultati positivi».
L’anno scorso avete sofferto un po’ di
mancanza di grip e di velocità sui ret-
tilinei…
«Superare con il Drs è insidioso al Buddh.
L’anno scorso c’erano due zone in cui si pote-
vautilizzarlo,ma anche se ineffetti c’è un ret-
tilineo abbastanza lungo non è quello il posto
migliore per sorpassare. Detto questo, siamo
riusciti a portare a termine parecchi bei sor-
passi nelle ultime gare e l’utilizzo della
mescola più morbida garantirà più opportu-
nità di sorpasso, specie quando entreranno
in gioco diversi livelli di degrado delle gom-
me».
Che cosa comporta il cambio delle
mescole previste per la gara?
«Il cambio fra dure e morbide dello scorso
anno e medie e morbide quest’anno dovreb-
be produrre una gara abbastanza diversa da
quella impostata su un solo cambio gomme
dalle “hard”. L’anno scorso la differenza di
rendimento fra dure e morbide ha portato
tutti a qualificarsi con lemorbide, e poi a cor-
rere in gara con le dure, impiegando una sola
sosta. Quest’anno medie e morbide consen-
tiranno più opzioni. Inoltre le morbide di
quest’anno, essendo più morbide di quelle
dell’anno scorso, permettono di avere gom-
memorbide siaper laqualifica siaper la gara.
Sarà interessante assistere all’alternanza di
strategie a due e a tre soste».
Quanto state ancora imparando su
comemassimizzare le prestazioni del-
le gomme, specie dopo il cambio di
mescole avvenuto a metà stagione?
«Anche senza quel cambio saremmo ancora
qui a sperimentare come ottenere la presta-
zione migliore, è un campo nel quale non si
smette mai di imparare. Sicuramente abbia-
mo capito molte cose a Suzuka, quando
abbiamo modificato l’assetto nella notte fra
venerdì e sabato. Un’esperienza che ci sarà
utile in India».
La scala di rendimento fra i vari team
recentementesembraesserecambiata
un po’, è d’accordo?
«Dal nostro punto di vista non c’è dubbio che
la vettura con il passo allungato ha rappre-
sentato unmiglioramento. E’ difficile spiega-
re con le cifre quanto fondamentale sia stato
il cambiamento, ma è sicuramente unmerito
del lavoro al simulatore e al computer che
abbiamo svolto inquel settore. Ci qualifichia-
mo meglio, corriamo meglio in gara, e siamo
saliti sul podionelle ultime tre gare su circuiti
diversi come Singapore e Suzuka. Sono due
piste opposte fra di loro, una cittadina con
gomme supersoft, l’altra molto veloce, dove
si galleggia sulle dure, ma ormai è chiaro che
la E21 si adatta bene a diversi tracciati. Se
aggiungiamo una conoscenza più approfon-
dita delle gomme, qualche miglioria aerodi-
namica e l’ottimo stato di forma dei nostri
due piloti, le prospettive non sono male».
Anche nei pit stop siete parecchio
migliorati…
«Velocizzare al massimo le soste è una sfida
continua,ma si trattadi renderli anche sicuri.
Tutti i team ci spendono molto tempo, e noi
siamo migliorati in due cose: utilizziamo un
nuovo equipaggiamento, e lo staff ha fatto
molti progressi. Abbiamo un programma di
allenamenti che non conosce soste, e che ci
serve a valutare in continuazione le procedu-
re e la velocità dei pit stop. Imeccanici hanno
lavorato duro, e i risultati ci stanno ripagan-
do».
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