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FORMULA 1
LA TECNICA
L’IMPORTANZA
DEGLI SCARICHI
Nel 2012 la Mercedes aveva vinto il primo
Gran Premio della sua storia recente con
una vettura dotata di scarichi di tipo tradi-
zionale, che dissipavano cioè l’energia dei
gas senza convogliarla verso la zona del dif-
fusore, come accadeva invece sulle mono-
posto che sfruttavano l’effetto Coanda.Si
era trattato però di una vittoria occasionale
, propiziata più dalle alte velocità di punta,
che dall’aerodinamica della W02. Se nel
2013 voleva puntare in alto, anche la stella
a tre punte doveva tassativamente puntare
sullo sfruttamento dei gas di scarico, cosa
che è regolarmente accaduta sul modello F1
W04. Rispetto alla Red Bull, che sfrutta in
maniera più esasperata l’effetto Coanda e
scarica l’aria calda dei gas di scarico alla
base del diffusore, la Mercedes adotta una
tipologia “a bulbo” simile a quella della Fer-
rari e della McLaren. Per aumentare il cari-
co aerodinamico e contenere gli effetti
negativi generati dai vortici d’aria creati dal
rotolamento dei pneumatici, che interferi-
scono col corretto funzionamento del dif-
fusore, sulla W04 i gas di scarico vengono
indirizzati verso la parte esterna del diffu-
sore e molto vicino alle ruote posteriori.
Come si può notare nel disegno, per ener-
gizzare questo flusso a monte degli scarichi
i tecnici della Mercedes hanno ricavato una
serie di feritoie, attraverso le quali viene
espulsa parte dell’aria calda che ristagna
all’interno del vano motore.
UN SUPER MOTORE
NEL COFANO
Anche se da anni la Federazione ha cercato
di plafonare le prestazioni dei propulsori,
per contenere i costi, a detta di tutti l’otto
cilindri a V di 2,400 cc della Mercedes
dovrebbe essere il più potente in circolazio-
ne. Indiscrezioni a parte, quello che stupi-
sce maggiormente osservando la F1 W04
senza carrozzeria sono le ridottissime
dimensioni dell’aspirato tedesco e la selva
di carenature che lo circonda. Un tempo,
neppure troppo lontano, si faceva di tutto
per fare respirare il propulsore, lasciando
scoperte le testate o disseminando la car-
rozzeria di prese d’aria per raffreddare que-
st’ultimo. Sulle moderne Formula 1 accade
invece l’esatto contrario: il motore è fascia-
to come una mummia, circondato da una
serie di carenature, che lasciano scoperti
soli gli scarichi. Nella parte superiore que-
ste carenature vanno poi ad integrarsi con
la presa d’aria a periscopio (o “snorkel”)
che alimenta direttamente il propulsore e,
in alcuni casi, il piccolo radiatore del cam-
bio, posto a valle del V8. In tema di carena-
ture anche l’apparato frenante sulle 4 ruote
è inserito in apposite carenature, definite
“cestelli”, che svolgono la doppia funzione
di raffreddare l’apparato frenante e sfrut-
tarne l’aria calda a fini aerodinamici.