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In che modo allora l'intuito del pro-
gettista si completa con le nuove tec-
nologie? Quanto è necessario "fidar-
si" degli strumenti e quanto invece
bisogna "sfidarli"?
«E’ facile dare credito e fiducia ai numeri
generati dagli strumenti e dai banchi prova:
ma questo credito deve sempre seguire alla
verifica sperimentale dello strumento,
all’analisi critica che confermi che ciò che
misuriamo sia effettivamente ciò che inten-
diamo. Solo dopo il vaglio sperimentale (il
“crivello” Galileiano) possiamo fidarci dello
strumento. Un orologio fermo indica l’ora
giusta due volte al giorno, un orologio non
tarato indica comunque un’ora. Ci sono due
tipi di ingegneri: alcuni di loro hanno gran-
di idee ma non le realizzano, altri hanno
grandi capacità di pianificazione ed entrano
nei dettagli. Molto raramente in una stessa
persona troviamo entrambe le caratteristi-
che e l’Ingegner Dallara è uno di questi. Vie-
ne alla mente il noto mito platonico dell’au-
riga che guidava il cocchio trascinato dal
cavallo emotivo e intuitivo che spinge
all’astrazione, e dal cavallo razionale e logi-
co che spinge alla concretezza».
Team, costruttori e case costruttrici
utilizzano software esistenti o ne svi-
luppano versioni studiate apposita-
mente per le proprie esigenze?
«E’ opportuno percorrere entrambi i binari,
usare prodotti esistenti e sviluppare pro-
dotti esclusivi a patto di riconoscere con
semplicità quale binario percorrere. Qui
vorrei indicare il criterio che adotto io. Le
squadre corsa, i costruttori e i grandi gruppi
automobilistici sviluppano software e stru-
menti proprietari se questi possono diven-
tare un vantaggio competitivo, accettando e
sopportando i maggiori costi e tempi neces-
sari di battere nuovi sentieri. Questo bina-
rio è favorito nella fase nascente di nuove
tecnologie: pensiamo alle centinaia di
diversi software CAD disponibili nei primi
anni ’90. Oggi i software CAD affidabili,
potenti e certificati sono una manciata, e
tutti i grandi costruttori automobilistici
adottano solo prodotti commerciali. Lo
stesso paradigma di evoluzione è evidente,
in stadi di evoluzione meno matura, per i
software di calcolo strutturale, di fluidodi-
namica numerica e di modellazione veicolo.
Proviamo infine ad estendere lo sguardo
alla varietà di software utili per la progetta-
zione e la gestione dei sistemi di propulsio-
ne elettrica o ibrida: tra vent’anni forse ne
rimarranno solo tre o quattro. La diversità
ha sempre un costo: all’inizio di una tecno-
logia il costomaggiore può essere sostenuto
dal maggiore prezzo che si può pretendere
per il fatto di essere già pronti per il merca-
to; con il tempo il mercato seleziona i pro-
dotti migliori e le persone dietro questi pro-
dotti».
Il simulatore Dallara
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