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DTM
GARA A HOCKENHEIM
Claudio Pilia
Alla fine, pur quasi fuori tempo massimo, un
posticino sul gradino più alto del podio se l’è
ritagliato pure lui. Timo Glock, approdato
questa primavera nel DTM tedesco dopo sei
anni e mezzo trascorsi in Formula 1, ha final-
mente potuto assaporare lo champagne riser-
vato al vincitore. Una gioia per cui il pilota
tedesco, ex BMW Sauber e ora BMW e basta,
si è dovuto impegnare a fondo in quel velocis-
simo toboga che è l’Hockenheimring, pista
ostica che già non perdona di suo, ma che è
stata resa ancora più insidiosa dalla pioggia.
Gli ingredienti per il gran finale c’erano tutti.
Così, dopo essere stato tra i grandi protagoni-
sti del weekend, si è dato da fare per tagliare
per primo il traguardo tra i fuochi d’artificio,
dopo averne fatti vedere diversi ad avversari e
pubblico. Il mezzo passo falso in qualifica –
con l’eccessivo utilizzo del cordolo, alla prima
curva del giro lanciato nel Q4, penalizzato dai
commissari con l’arretramento di una posizio-
ne in griglia – ha contribuito ad optare per una
strategia piuttosto rischiosa in gara: un primo
lunghissimo ‘stint’, poi le due soste a 9 e 4 giri
dalla bandiera a scacchi. Rischio calcolato, ma
pur sempre un rischio che, stavolta, ha pagato
bene, dovendosi poi limitare a gestire gli ulti-
mi secondi di vantaggio rimasti nei circa 18
chilometri che lo separavano dalla coppa e dal-
lo champagne. Prima posizione per Glock, ma
anche terzo posto per il compagno di marca
canadese Bruno Spengler, insieme al quale ha
contribuito pesantemente a portare sulla
bacheca della BMW il secondo titolo Costrut-
tori, il secondo consecutivo dal rientro della
Casa di Monaco di Baviera nella serie tedesca,
alla faccia dell’Audi e della Mercedes.
MORTARA COMBATTE
AUDI SAZIA
Forse già sazia, la Casa di Ingolstadt - che nello
scorso appuntamento disputato al Circuit
Park di Zandvoort, in Olanda, aveva già visto
incoronare il suo Mike Rockenfeller come
campione 2013 del DTM– si è accontentata di
un doppio piazzamento in quarta e quinta
posizione da parte di Mattias Ekstrom e
Miguel Molina. I due sono stati tra i protago-
nisti dei momenti più spettacolari della gara,
in svariati contatti con altre vetture e ritrovan-
dosi coinvolti in numerose bagarre, senza
peraltro tirarsi indietro. In nome dello show,
per il (non troppo) pubblico assiepato sulle tri-
bune e quello da casa. Il più atteso, ‘Rocky’
Rockenfeller è invece finito in sedicesima posi-
zione con la RS5 con la quale si è conquistato
il titolo di campione. Una più indietro del
nostro Edoardo Mortara, il quale anche grazie
ad alcuni bei sorpassi effettuati in gara (tra cui
quello spettacolare su Jamie Green al 22esimo
giro), si è concesso il lusso di tenersi alle spalle
il neo ‘laureato’ pilota tedesco.
MERHI NON SCHERZA
MERCEDES SI RISCATTA
Sul podio, però, ci è finito anche Roberto
Mehri, con una Mercedes. Il pilota iberico di
Castellon, con la medaglia d’argento conqui-
stata, è riuscito a riportare il sorriso tra le frec-
ce d’argento; missione alla vigilia tutt’altro che
facile, alla luce della disastrosa qualifica del
sabato – con la migliore delle C-Coupé, quella
guidata da Wickens, appena 13esima – che
non faceva presagire nulla di buono. E invece
eccolo lì: con una strategia quasi in fotocopia
rispetto a quella del vincitore Glock, l’effettua-
zione delle due soste obbligatorie nelle fasi
finali ha permesso al driver spagnolo (appe-
santito da un drive through per partenza anti-
cipata, inflitto poco dopo il via) di rendere feli-
ce se stesso – segnando, con il secondo posto,
il suo miglior risultato in carriera nel DTM –
e la Casa di Stoccarda, la quale chiude digni-
tosamente una stagione obiettivamente diffi-
cile.
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