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FORMULA 1
IL CASO MCLAREN
Massimo Costa
Il rivale che Sergio Perez non si aspettava,
arriva dalla Danimarca. Sono giorni di
grande tensione per il messicano, ma anche
per Kevin Magnussen, fresco campione
della World Series Renault, che potrebbe
ritrovarsi proiettato sulla McLaren al fian-
co di Jenson Button nel mondiale F.1 del
2014. Ripercorrendo una storia che la
squadra di Martin Whitmarsh aveva già
vissuto nel 2007 lanciando Lewis Hamil-
ton, parte del programma Junior McLaren,
direttamente al fianco di Fernando Alonso
dopo che il britannico aveva vinto il cam-
pionato GP2. Dalle parti di Woking piace
rischiare, mettere alla prova più impegna-
tiva i propri protetti. E così, se prima per
Magnussen si parlava di Marussia, poi di
Force India, dove sarebbe andato in pre-
stito, adesso sembra prendere corpo il sal-
to nella squadra madre.
Qualche segnale indicatore che qualcosa
si sta muovendo in questo senso è arrivato
nei giorni appena successivi il GP di Abu
Dhabi. Magnussen avrebbe dovuto svol-
gere un test GP2 con la Dams, la squadra
che lo ha accompagnato al trionfo inWSR.
Si trattava di un impegno siglato già
all’inizio del 2013, non un particolare
“premio” per la vittoria nel campionato.
Ad appena 24 ore dall’inizio della prova,
il management di Magnussen (leggi
McLaren), lo ha bloccato suscitando le
comprensibili ire del team principal
Dams, Jean-Paul Driot, che si è ritrovato
con una monoposto vuota e con una multa
da pagare agli organizzatori GP2, perché
il regolamento prevede che chi non schie-
ra nelle gare e nei test la propria monopo-
sto incorre in una sanzione, certamente
eccessivamente punitiva. La volontà di
non far salire sulla Dallara GP2 Magnus-
sen, non ha fatto altro che alimentare la
sensazione che Whitmarsh stia preparan-
do qualcosa di importante per lui. Ed ha
ricordato quel che è accaduto un mese fa
a Daniil Kvyat, quando improvvisamente
è saltata la sua partecipazione alla prova
finale del FIA F.3 di Hockenheim per
misteriosi motivi. Il russo aveva staccato
il telefono e a quei pochi che erano riusciti
a parlargli, si era trincerato con imbarazzo
dietro a un no comment. Pochi giorni
dopo, Italiaracing aveva svelato la promo-
zione in F.1 con la Toro Rosso.
Accadrà lo stesso conMagnussen? Il dane-
se ha provato la McLaren in due occasioni:
lo scorso anno la MP4/27 nei test di Abu
Dhabi riservati ai giovani nei quali subito
impressionò pur non avendo conoscenza
delle gomme Pirelli: “In quell’occasione
Kevin è stato fantastico, al suo terzo giro
veloce aveva siglato il primo tempo che tra
l’altro gli sarebbe valsa la terza fila nel
Gran Premio”, ricorda con un compiacente
sorriso Whitmarsh. Poi, lo scorso luglio
Magnussen ha guidato la MP4/28 a Silver-
stone. C’è dunque sul tavolo dellaMcLaren
la sensazione che col 21enne danese si pos-
sa costruire fin da subito qualcosa di
importante e che sarebbe sprecato non
provarci subito. Proprio come accaduto
con Hamilton.
Dall’altra parte della bilancia però, c’è un
Perez cui di certo non gli si può incolpare
molto per la stagione disastrosa derivante
da una monoposto mal costruita. Il messi-
cano era stato strappato alla Ferrari dalla
McLaren e questo aveva suscitato molte
perplessità perché Perez aveva realmente
colpito per alcune sue prestazioni con la
Sauber. Il presidente Luca di Montezemo-
lo ebbe parole piuttosto severe nell’offrire
un giudizio sul Chico, valutato con atten-
zione in alcuni test effettuati con datate
monoposto di F.1 della Ferrari. Noi stessi
ne fummo sorpresi, ma alla luce dei fatti,
benché la MP4/28 sia stata scadente, le
prestazioni di Perez sono risultate nella
norma. Diciamo che non si è inventato
niente che potesse far venire la pelle d’oca
nello staff McLaren e alla fine i risultati di
Button sono similari, se non migliori. In
qualifica, la situazione è di nove a otto per
Button e questo non depone certo a favore
di Perez, cui ci si aspettava qualcosa di net-
tamente migliore sul giro secco. In gara,
Button ha concluso in zona punti dodici
volte, Perez dieci. Ma la differenza punti è
pesante: 60 per Button, 35 per Perez.
Entrambi hanno come piazzamento da
“ricordare” un quinto posto, a Shanghai
l’inglese, a Greater Noida il messicano. A
ciò vanno aggiunti alcuni comportamenti
non propriamente simpatici, da bulletto
(caratteristica che lo ha sempre accompa-
gnato fin dalle formule minori), che Perez
ha tenuto in pista nei confronti di Button,
di alcuni rivali, e davanti ai microfoni dei
giornalisti in seguito a qualche contatto o
incidente.
Dunque, cosa potrà accadere alla McLaren
nei prossimi giorni? Destabilizzati dalla
partenza di Hamilton che dopo sei stagioni
a Woking ha preferito la Mercedes, Whit-
marsh e sicuramente anche Ron Dennis
(benché non più coinvolto nel programma
F.1, ma sempre pronto a offrire la propria
esperienza) avevano puntato su Perez con
la convinzione di poter riempire il vuoto di
talento puro lasciato nell’aria. E anche per
il supporto importante di cui gode il buon
Sergio. Ma a conti fatti, emergono ripensa-
menti e quel biondino di Roskilde sta vera-
mente mettendo tutti in difficoltà!
Il confronto Button-Perez
Qualifica
Button 9 volte più veloce di Perez
Perez 8 volte più veloce di Button
Gara
Button 12 volte in zona punti
Perez 10 volte in zona punti
Punti acquisiti
Button 60
Perez 35