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«GRAZIE AI TEST
MENO ERRORI»
Il direttore del motorsport della Casa italiana spiega cosa si nasconde dietro le polemiche che
quest’anno sono infuriate a proposito delle gomme, rigettando ogni sospetto di favoritismi.
Le coperture anche l’anno prossimo resteranno un fattore decisivo nel gioco delle strategie,
ma grazie ai test condotti al caldo del Bahrain alla Pirelli sono sicuri di poter studiare mescole
più affidabili. Anche se poi sfruttarle al meglio toccherà come sempre ai team
Hembery, pare che comunque vada, ci
sia sempre qualcuno che critica le
gomme. Come mai?
«Curioso, no? Alla fine l’unica è tornare al
sodo: le gomme sono uguali per tutti. Qual-
cuno alla fine il GP lo deve vincere, ma la
domenica sera ci sarà sempre qualcun altro
che si lamenta. Almeno quello è garantito: le
gomme sono uguali per tutti. La vita è fatta
così».
Dunque il problema è di chi perde…
«Sì, ed è sempre stato così. Sin dall’inizio».
Ma come è possibile che con le stesse
gomme i team adottino strategie così
diverse, come è capitato in India ad
esempio?
«E’ parte dell’indirizzo che abbiamo cercato
di dare, per creare un elemento di strategia
nelle gare. E’ una cosa che ha un impatto su
come la macchina viene progettata, su come
vengono usate le gomme e anche sulla guida
dei piloti. Lo vediamo anche da come reagi-
scono al problema in maniera diversa due
piloti dello stesso team».
Quindi se il team non riesce a trovare
una strategia vincente la colpa è sua?
«Le scuderie hanno molta gente che lavora
esclusivamente sulle strategie, al muretto,
ma anche in fabbrica. Ci lavorano costante-
mente. Cercano di coprire tutti gli aspetti:
safety-car, pioggia, tutti i possibili fattori che
entrano in gioco».
Quindi chi azzecca la strategia giusta
alla fine si ritrova in testa?
«Di sicuro dopo la gara tutti ne sanno sempre
di più! Noi simuliamo le strategie prima della
corsa, ed è impressionante vedere come a
volte ci siano pochi secondi di differenza fra
una strategia a due soste e una a tre. Due o
tre secondi possono non sembrare tanti, ma
sommati a tutto il resto - il traffico, la safety-
car, la pioggia, un incidente - alla fine fanno
la differenza».
C’è chi ritiene che la Pirelli sia stata il
fattore decisivonelmondiale, anche se
la Red Bull era in testa sia prima sia
dopo i cambiamenti apportati a Silver-
stone. Come se lo spiega?
«Nessuno conosce la risposta. Sì, la Red Bull
era in testa prima che facessimo i cambia-
menti, sono sempre stati veloci in qualifica
soffrendo di più in gara. La Mercedes anche,
mentre la Lotus andava meglio in gara, quin-
di un sacco di parametri non sono mai cam-
biati, e questo è tutto quello che possiamo
dire. Si può sicuramente affermare che laRed
Bull ha vinto grazie ai cambiamenti che han-
no adottato dopo la pausa estiva, nel modo
in cui utilizzavano le gomme. Sono stati mol-
to bravi nello sviluppo nella seconda parte
della stagione, come sempre del resto. Se ci
pensate, la Red Bull ha dominato gli ultimi
quattro campionati e in particolare la secon-
da metà di ogni annata – anche prima che
arrivassimo noi – perché il loro tasso di
miglioramento è sempre stato impressionan-
te. Bisogna dare credito al grande lavoro
compiuto dal team attorno a Vettel».
C’è un team che ha sofferto più degli
altri del cambiamento operato sulle
gomme?
«Non lo sappiamo perché non conosciamo
come hanno lavorato sullo sviluppo. Sareb-
bero mere speculazioni».
Il campionato 2013 è quasi finito.
Come procedono le cose in vista del
2014?
«Ovviamente stiamo entrando in un terreno
sconosciuto e come tutti vorremmo capire
come si comporteranno le nuove vetture pri-
ma di vederle in pista. Ci sarà più coppia, da
quanto abbiamo capito, e le vetture slitteran-
no di più, ma i team riusciranno a prendere
le contromisure attraverso le diverse mappa-
ture del motore. Noi dovremo capire come
produrremescole più robuste, ma ovviamen-
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