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Massimo Costa
Le sue spalle devono essere larghissime. Felipe Massa ha
resistito a mesi e mesi di pesanti critiche, anche merita-
te bisogna dire, per le ultime incolori stagioni vissute nel
team Ferrari. Gare anonime, errori, una certa inconsi-
stenza, l’impossibilità nel contribuire a rimpinguare i
punti della Rossa nella classifica costruttori, le scoppole
prese dal compagno Fernando Alonso. Che con una cer-
ta ruffianeria raccontava in giro che il buon Felipe era il
compagno ideale, tenendo così lontani eventuali scomo-
di arrivi. Fino agli ultimi mesi del 2013 quando Luca di
Montezemolo, anche spazientito per certi attacchi arri-
vati dal suo pilota asturiano, ha chiamato Kimi Raikko-
nen. Massa si sentiva inutile alla causa e alla Ferrari
ormai lo sopportavano. Niente da dire sul suo compor-
tamento all’interno della squadra, sulla sua umanità, sul-
la bontà d’animo del ragazzo che oggi ha 32 anni e 191
GP disputati. Quando Felipe ha capito che per lui Mara-
nello non rappresentava più il futuro, ha cominciato a
guardarsi attorno. I posti in F.1 sembravano chiusi per
lui, tanto che si iniziava a sentire parlare di DTM. Ma
Massa non ha mai abbandonato l’idea di rimanere nel
mondiale e alla fine il suo management, Nicolas Todt, gli
ha portato il sedile dellaWilliams. Non granché sulla car-
ta, vista la pessima stagione 2013 della squadra di Gro-
ve. Ma l’arrivo di Pat Symonds come direttore tecnico e
soprattutto della power unit Mercedes hanno cambiato
radicalmente le cose. Come in una favola, il pilota sotto-
posto alle più pesanti critiche nel corso dell’annata scor-
sa e il teampeggiore tra quelli con un certo grado di nobil-
tà, sono ora tra i principali candidati alla vittoria a Mel-
bourne. Nei test di Jerez e Sakhir, la FW36 ha mostrato
una costante affidabilità e una buona velocità tanto da
permettere a Massa di prendersi la pole finale delle pro-
ve. Una grande soddisfazione per il brasiliano che forse
ora è riuscito a scacciare i fantasmi che lo hanno accom-
pagnato negli ultimi mesi.
Nel giro di poche settimane, Massa è passato dal ruolo pilota che aveva fallito
gli obiettivi delle ultime stagioni in Ferrari al candidato numero uno alla vittoria
in Australia. Merito di una Williams-Mercedes a dir poco perfetta e sorprendente
dopo il disastroso 2013 e di una improvvisa ritrovata serenità
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