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CATHERAM CT05
Se la Lotus vince l’Oscar dell’originalità, il poco gratificante premio di vettura più brutta del-
l’anno, per non dire della storia, spetta alla piccola Catheram CT05,che presenta un’aerodina-
mica anteriore senza compromessi. In pratica non esiste il musetto, ma una lunga e profilata
struttura a “cono”, con punta arrotondata, che termina con due piccoli supporti, che sosten-
gono la complessa ala anteriore. In questo modo si lascia libera tutta l’area circostante, per
incanalare quanta più aria possibile sotto lamonoposto. Per amplificarne l’effetto la parte fron-
tale del telaio termina con una sorta di cuspide, una carenatura spigolosa che ricorda la Fer-
rari 312 T4 del 1979. Il profilo a scalpello di questa carenatura scompone in due parti il flusso
che investe l’avantreno: una investe la parte superiore del telaio, la seconda rivolta al fondo
piatto. Per ottimizzare questo schema la Catheram ha anche modificato la sospensione ante-
riore, passando al pull-rod, e montato i “turning vanes” (le appendici ancorate alla parte bas-
sa del telaio) in posizione quasi orizzontale, al lati della scocca.
RED BULL RB10
La monoposto campione del mondo in carica è stato il grande dilem-
ma dei test invernali: vettura sbagliata, progetto da rifare o solo pro-
blemi creati dal propulsore e dalla sua integrazione con telaio ed aero-
dinamica? Ai primi Gran Premi dell’anno l’ardua risposta, una cosa
però è certa: anche se il progetto 2014 non presenta particolari inno-
vazioni o soluzioni aerodinamiche che hanno fatto gridare al miraco-
lo, ancora una volta Adrian Newey è riuscito a progettare la Formu-
la 1 più elegante in circolazione. Una monoposto che, a differenza del-
le altre vetture del lotto, non si ispira al regno animale, ma al settore
nautico. Il musetto della RB10 scende gradatamente verso quota 185
mm e per rispettare i nuovi dettami regolamentari monta una sorta
di chiglia nella parte terminale. In questa zona svetta un elemento
appuntito, di sezione triangolare, che presenta due piccole fessure
verticali il cui compito, presumibilmente, è quello di incanalare un
flusso d’aria verso la parte superiore del telaio, per velocizzare la vena
d’aria che lambisce la scocca e va poi ad investire il retrotreno.
LOTUS E22
La Lotus, vettura rivelazione dell’ultima
parte della stagione 2013, ha disertato i pri-
mi test di Jerez e concluso le due sessioni
in Bahrain con pochi chilometri all’attivo e
mille problemi da risolvere. Ma ha comun-
que stabilito un record: quello di monopo-
sto più originale del lotto. In oltre 60 anni
di storia della Formula 1 si erano visti
musetti di tutte e forme, con andamento a
sigaro, a cuneo, con superfici carenanti o
ali a sbalzo, ma mai si era vista una mono-
posto con musetto asimmetrico. Come
quello della E22, che ricorda le zanne di un
tricheco, solo che quella di destra è sensi-
bilmente più corta della zanna sinistra. Il
progettista della Lotus Nick Chester (che
ha rimpiazzato James Allison, passato alla
Ferrari) è soddisfattissimo del lavoro svol-
to e giustifica l’asimmetria con la necessità
di non sporcare il flusso d’aria che investe
la parte centrale della monoposto. Più pro-
babilmente la diversa lunghezza delle zan-
ne trova giustificazione nella diversa quan-
tità d’aria da indirizzare alle fiancate che,
al loro interno, ospitano il radiatore dell’ac-
qua e lo scambiatore di calore. Probabil-
mente queste masse radianti hanno
dimensioni diverse e non sono montate
nello stesso verso all’interno delle fiancate.
Di qui la necessità di indirizzare un flusso
d’aria più o meno consistente verso i due
pontoni laterali. A suffragare questa teoria
la dislocazione dello scarico motore che, a
differenza di tutte le altre monoposto del
nuovo corso, non è ubicato al centro del
cockpit, ma leggermente disassato sulla
parte destra della monoposto. Dove, evi-
dentemente, occorre smaltire una minore
quantità di aria calda.
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