Italiaracing.net Magazine - page 63

standard della Open permette opzioni
interessanti e un discreto tasso di speri-
mentazione contenendo le spese. La pri-
ma reazione del paddock, però, è stata
negativa: da una parte Honda e Yamaha
lo hanno interpretato come un ulteriore
vantaggio regalato a Ducati, mentre i
"veri" team Open si ritrovano con un soft-
ware troppo difficile da gestire per i loro
staff risicati".
2 – Nasce la Factory 2: alla fine anche
Ezpeleta ha dovuto rendersi conto che la
Open offre troppi vantaggi se a utilizzarla
è una Casa ufficiale. Per calmare gli animi
è arrivata così in quattro e quattr'otto la
creazione della Factory 2, una categoria
intermedia in cui i team Open "cadranno"
dopo aver conquistato una vittoria, due
secondi posti o tre terzi posti. A quel pun-
to i litri di benzina nei loro serbatoi cale-
ranno da
24 a 22,5, e i motori a disposizione passe-
ranno da dodici a nove, mantenendo
comunque tutte le altre libertà previste
dalla Open. Una mossa che sembra pensa-
ta apposta per la Ducati, ma che per come
sono andate le cose nei test potrebbe appli-
carsi anche alla FTR-Yamaha del team
NGM, velocissima finora con Aleix Espar-
garo (e non a caso c'è chi sostiene che non
sia altro che una M1 2013 "camuffata").
3 – Passaggio libero: l'ultima carta che,
stando alle indiscrezioni, starebbe per gio-
care la Dorna è il passaggio libero da Fac-
tory a Open, in qualunque momento della
stagione. E potrebbe essere la mossa vin-
cente, perché se davvero la scelta di Duca-
ti dovesse rilevarsi tanto vantaggiosa da
riportare la Casa italiana in lotta per il suc-
cesso, a quel punto per Honda e Yamaha
sarebbe difficile resistere alla tentazione di
fare altrettanto. E se dovesse accadere, la
battaglia di Ezpeleta sarebbe vinta defini-
tivamente.
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COME NE ESCE
LA MOTO GP
Ma come ne esce la Moto GP da que-
sto bailamme? Probabilmente il suo
deus ex machina ha le idee molto
chiare su quello che vuole, ma il cam-
pionato nelle ultime settimane è sem-
brato un carrozzone allo sbando, con
regolamenti scritti male e gestiti peg-
gio. Come ogni promoter, Ezpeleta ha
il diritto di volere una Moto GP che
scoppi di salute, che per riempire la
griglia non abbia bisogno delle CRT o
di una classe B, ma possa invece fare
grandi numeri grazie a moto più sem-
plici e finanziariamente più abborda-
bili per i team privati. Ma davvero il
fine giustifica sempre i mezzi? Inse-
guire un obiettivo a suon di forzature
toglie fiducia a chi nel campionato
investe sudore e risorse anno dopo
anno, a chi per impegnarsi vuole cer-
tezze sia sportive sia tecniche e inve-
ce oggi vede la categoria agitarsi come
un aquilone in preda a un vento di
tempesta...
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