Italiaracing.net Magazine - page 51

Carlo Baffi
Imola, 25 aprile 1982. E’ da poco calata la bandiera a scacchi sul 2°
Gran Premio di San Marino, che ha salutato la doppietta delle Ferra-
ri di Didier Pironi e Gilles Villenueve. I due si sono dati battaglia fino
all’ultimo giro, entusiasmando la marea rossa che ha preso d’assalto
letribunedell’AutodromoEnzoeDinoFerrari.Manonostanteiltrion-
fo, al box del Cavallino non si festeggia, anzi c’è un’atmosfera carica
ditensione,destinataaminareirrimediabilmentelaserenitàdellascu-
deria. Ad entrare in rotta di collisione sono stati proprio i due piloti,
che fino a poche ore prima erano legati da un’amicizia quasi fraterna.
Ma per comprendere meglio quanto accaduto, è bene fare un salto
indietro di qualche mese, tornando ad inizio stagione. Il 1982 vede
VilleneuvesemprepiùaiferricorticonlaFerrari,alpuntochelaMcLa-
ren gli avanza una proposta. Il canadese però rifiuta, ha infatti deciso
di restare a Maranello per un altro anno, puntando a dare l’assalto al
mondiale. Confida nelle potenzialità della nuova monoposto spinta
dal motore Turbo: la 126 C2. Un modello che promette molto bene
sulla carta, ma che nei primi tre Gran Premi soffre sul fronte dell’af-
fidabilità. Se Pironi ha solo racimolato un misero punto, Villeneuve è
ancora a secco. Un mondiale che è sconvolto dalle polemiche sin dal-
l’esordio in Sud Africa, dove tiene banco la lite per le superlicenze tra
i piloti, la FISA e la FOCA. Una battaglia che sfocia addirittura in uno
sciopero andato in scena il giovedì precedente il GP di Kyalami, ma
che poi rientra nei giorni successivi. Le acque restano comunque agi-
tate e quando dopo il GP del Brasile vengono squalificate la Brabham
di Nelson Piquet e la Williams di Keke Rosberg, per essere risultate
sotto peso a fine corsa, esplode una vera e propria guerra. Da una par-
te le scuderie inglesi che formano laFOCAcapeggiatadaBernieEccle-
stone e dall’altra la FISA, la federazione presieduto da Jean Marie
Balestre. In realtà, si tratta di una lotta di potere per garantirsi il con-
trollo del Circus, dove circolano sempre più enormi quantità di dena-
ro.
GP SAN MARINO
CON METÀ ISCRITTI
Una delle prime conseguenze è la defezione della maggior parte degli
assemblatori d’oltre Manica dal GP di San Marino, lasciando la gri-
glia ai cosiddetti legalisti, ossia Ferrari, Renault, Alfa Romeo, ATS,
Osella e Toleman, solidali con Balestre. Da qui la necessità di salvare
una gara decapitata in partenza. Ma come? Con una combine decisa
tra Ferrari eRenault, che avrebbero dovuto garantire lo spettacolo. Le
prove ufficiali vengono dominate dalle monoposto della Regie, che
monopolizzanolaprimafila,rispettivamenteconRenèArnouxeAlain
Prost. A seguire Villeneuve e Pironi col 3° e 4° tempo. Al via, Arnoux
scatta al comando e allunga, seguito da Prost e Villeneuve che guada-
gna la seconda piazza dopo poche curve. Al 26° passaggio il canadese
si porta in testa alla Piratella, ma poco dopo, alla Tosa, deve cedere
nuovamente il passo ad Arnoux e a Pironi. Mentre la Renault cerca di
fuggire, Villeneuve ripassa Pironi, dando così inizio ad una lotta fra-
tricida. Tra i due però esiste un accordo stabilito in seno al team nel
pre-gara; chi si troverà in testa nella seconda parte della corsa deve
vincere.
PIRONI NON
RISPETTA GILLES
Quando alla 44° tornata il turbo di Arnoux cede di schianto, Villeneu-
ve si trova in testa, con Pironi che lo segue come un ombra. Per la gio-
ia del pubblico, le due rosse, ormai sole al comando, continuano a gio-
care al gatto e al topo. Pironi si riprende il comando all’uscita della
Rivazza e tre giri dopo, viene fulminato dal canadese. Quando i batti-
strada iniziano il 50° dei 60 passaggi previsti, dal muretto Ferrari vie-
ne esposto un cartello, dove spicca una scritta: “slow”. La scuderia, a
fronte dell’accordo tra i piloti sopra citato, vuole infatti congelare le
posizioni al fine di preservare il risultato di squadra, importantissimo
ai fini della classifica costruttori. Dunque evitare collisioni, o di resta-
re senza benzina. Alla vistadi quelmessaggio, Villeneuve si sente sicu-
ro e molto probabilmente rallenta l’andatura. Ma ecco il fuoripro-
gramma. Pironi sferraunattaccoe si riprende la leadership.Gilles cre-
de che il compagno voglia continuare il “festival del sorpasso” e sta al
gioco. Quando però al penultimo passaggio vede che Pironi chiude
tutte le porte ai suoi assalti, rompe gli indugi e lo infila con decisione
all’uscita dellaTosa. Tuttodeciso?Mai diremai. All’ultimo giro si con-
sumadefinitivamenteiltradimento.“Cicciobello”,comevienesopran-
nominato Pironi dai tifosi italiani, sferra il colpo basso e sempre alla
Tosa beffa un allibito Villeneuve, involandosi verso la vittoria.
Sceso dalla suamonoposto, il canadese è ferito nell’anima, perché pur
essendo un tipo spericolato oltre il limite, è un uomo leale e mai si
sarebbe aspettato una pugnalata dall’amico Didier. Dopo essere sali-
to sul podio, perché costretto e non aver dato lamano al vincitore, Gil-
les si fionda nel motorhome dove urla al direttore sportivoMarco Pic-
cinini di cercarsi. un nuovo pilota. Nel frattempo, Pironi è assediato
dai giornalisti e con un italiano non precisissimo dichiara: “Per una
volta, penso che unamia vittoria non sia poi ingiustissima.”Ma quan-
do Ezio Zermiani, celebre cronista RAI, lo incalza chiedendogli :” Tu
hai visto il cartello con scritto slow, cioè mantenere le posizioni per
tutti e due, o no?”, risponde imbarazzato:” No… slow vuol dire slow…
mantenere le posizioni, vuol dire mantenere le posizioni.” Villeneuve
invece ha le idee chiare e definisce “da bandito”, il comportamento del
rivale.” Didier – continua Villeneuve – mi ha superato proprio men-
tre non pensavo alla possibilità di un attacco. Non guardavo nemme-
no gli specchietti e quando è successo credevo che scherzasse”. Per
contro Pironi afferma inoltre che il rallentamento di Gilles pensava
fosse dovuto a qualche problema, per cui ha pensato bene di superar-
lo. “Se volevano che vincesseGilles –prosegue il francese –non dove-
vano fare altro che espormi il cartello con l’ordine di restare al secon-
do posto.”
LO SCONFORTO
DI VILLENEUVE
Piccinini, dal canto suominimizza dichiarando che sul famoso car-
tello, non sono state indicate le posizioni da prendere perché non
era il caso. “Quindi ritengo naturale – prosegue Piccinini – che
Didier abbia cercato di conquistare il primo posto. Se ci sarà uno
strascico nei contrasti fra i due piloti, cercheremo di superarlo.”
Di ciò ne è certo anche lo stesso Pironi che a domanda precisa di
Riviviamo quel che accadde tra Pironi e Villeneuve in quel drammatico 1982. Il diverbio di Imola,
i drammi di Zolder e Hockenheim e infine la scomparsa del francese in una gara off-shore
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