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LE GRIGLIE INVERTITE
IL CASO
GIACOMO RICCI
(TEAM MANAGER TRIDENT
RACING, GP2 E GP3)
"Nelle voci del paddock sento anche io un
certo malcontento riguardo alla griglia
invertita per gara 2, ma sinceramente non
me la sento di unirmi al coro di critica per-
ché credo che come tutte le soluzioni anche
questa abbia pro e contro. Capisco le ragio-
ni di chi è contrario, ma non posso fare a
meno di vederne anche gli effetti positivi. I
piloti di centro gruppo, per esempio, grazie
alla griglia invertita possono lottare per un
obiettivo, visto che l'ottavo posto è la porta
per partire in pole il giorno seguente. Han-
no anche loro una ragione per spingere, e
questo li porta a dare comunque il massi-
mo anche in una gara in cui non sono pro-
tagonisti. Inoltre c'è da considerare anche
il fattore spettacolo: se prendiamo que-
st'anno, senza la griglia invertita Palmer
probabilmente avrebbe già chiuso i conti
per il titolo. Sportivamente forse sarebbe
stato più giusto, ma avrebbe fatto bene al
campionato? Credo, inoltre, che anche la
funzione propedeutica del sistema non
debba essere sottovalutata: partire dietro
costringe a inventarsi dei sorpassi, quindi
la griglia invertita permette di mettere evi-
denza punti di forza o punti deboli che
magari non sarebbero così ovvii".
SIMONE GIGLIO
(TEAM MANAGER DRACO
RACING, F.RENAULT 3.5)
"Capisco che la griglia invertita aiuti a por-
tare spettacolo e interesse, ma sotto l'aspet-
to sportivo non posso considerarlo un siste-
ma accettabile. Tra l'altro, trovo che sia
anche di poca soddisfazione per chi si por-
ta a casa il risultato: parlando della Sprint
Race della GP2, non è un segreto che nel
paddock venga considerata una gara di rile-
vanza secondaria, e che le vittorie e i podi
conquistati in quel contesto vengano con-
siderati di serie B, per cui chi si impegna in
pista lo fa per ottenere qualcosa che ha poco
valore, e non ne vedo il senso. Credo che
l'obiettivo di un campionato dovrebbe esse-
re valorizzare i ragazzi più dotati di talento
e veloci, e da questo punto trovo ideale il
sistema che abbiamo in F.Renault 3.5, con
due qualifiche e due gare. In generale,
comunque, vorrei un motorsport meno
artificioso, che desse più risalto ai valori
sportivi. Parlo anche della F.1, dove mi pia-
cerebbe vedere piloti che possono spingere
dall'inizio alla fine senza doversi preoccu-
pare troppo dei consumi o della gestione
delle gomme: in fondo anche Bolt non
sarebbe più Bolt se dovesse preoccuparsi di
non scaricare a terra tutta la propria poten-
za per paura di distruggere gli scarpini".
RENÉ ROSIN
(TEAM PRINCIPAL PREMA
POWERTEAM, F3 EUROPEAN
CHAMPIONSHIP)
"Ricordo bene quando nella F.3 Euroseries
si iniziò a pensare di abolire la griglia inver-
tita. Era il 2011, e gli unici che spingevano
per mantenerla erano i teamdametà schie-
ramento in giù. Li capisco, perché per loro
rappresentava un'occasione, ma in realtà
era un concetto decisamente sbagliato per
la F.3. In GP2, con quelle potenze e la
gestione delle gomme, un qualche recupe-
ro è ancora possibile, ma in F.3 il differen-
ziale di prestazione tra una vettura e l'altro
è così basso che rimontare partendo così
indietro è praticamente impossibile. Ricor-
do che nel 2008, con Renger Van der Zan-
de, riuscimmo a restare in lizza per il secon-
do posto in campionato piazzandoci intor-
no alla sesta posizione in gara 1 e poi sfrut-
Giacomo Ricci