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Filippo Zanier
Sebastian Vettel questa volta ci aveva credu-
to davvero. Davanti a Daniel Ricciardo in
qualifica per la quarta volta negli ultimi cin-
que GP, sulla stessa pista su cui nel lontano
2008 aveva stupito il mondo conquistando
uno splendido successo con la Toro Rosso-
Ferrari, il quattro volte iridato era pronto a
riscattarsi dopo due terzi di stagione a dir
poco opachi. Il teamRed Bull, per dimostra-
re coi fatti di non essere ormai esclusiva-
mente concentrato sull'australiano, aveva
anche accettato di sostituire il telaio delle
sua RB10 per la seconda volta in questa sta-
gione (era già successo prima del GP di Spa-
gna) e anche i primi giri della gara sembra-
vano finalmente dargli ragione: partenza
"ciccata" per Ricciardo e, al contrario, buon
avvio per "Seb" che azzeccava lo scatto giu-
sto e sfilava sesto all'uscita della Prima
Variante. Poi, grazie al pit-stop anticipato
deciso dal muretto guidato da Christian
Horner (al 19° giro), Vettel era riuscito a pas-
sare anche Valtteri Bottas e Kevin Magnus-
sen per una provvisoria quarta posizione alle
spalle di Felipe Massa, un miracolo conside-
rando lo svantaggio di potenza patito dalla
power unit Renault nei confronti del V6
Mercedes. Nel prosieguo della gara, la Wil-
liams di Bottas si è poi dimostrata troppo
veloce perché il pilota tedesco potesse resi-
stere alla furibonda rimonta del finnico, ma
a poche tornate dal traguardo Vettel era
ancora il primo dei non motorizzati Merce-
des, in quinta piazza. Poi, a otto giri dalla
bandiera a scacchi, negli specchietti retrovi-
sori della sua RB10 il campione del mondo
ha visto apparire la sua nemesi: un'altra
sagoma blu col muso giallo, che in un paio
di passaggi si è fatta vicinissima. Daniel Ric-
ciardo, ancora lui, ha tentato un primo attac-
co all'esterno della Prima Variante respinto
bene da Vettel, e poi ci ha riprovato con
ancora più veemenza alla Roggia: ha fintato
un assalto all'esterno, poi ha alzato il piede
per un attimo ed ha scartato di colpo verso
sinistra per infilare il compagno di squadra
sul cordolo interno. Il risultato? Pubblico in
piedi, ennesimo sorpasso capolavoro del
ragazzo di Perth e Vettel sull'orlo della crisi
di nervi, infilato come l'ultimo dei polli.
In realtà, però, la storia del sorpasso che è
valso a Ricciardo il quinto posto non è così
semplice, né così ingenerosa con Vettel: a
quel punto della gara, infatti, i due compa-
gni di team erano arrivati con strategie mol-
to diverse e purtroppo quella dell'australia-
no si è rivelata decisamente più vantaggiosa
tanto che la stessa Red Bull, forse preoccu-
pata dal fatto che Sebastian fosse stato "umi-
liato" pubblicamente, ha tenuto a precisarlo
per bocca di Christian Horner: "Siamo
dispiaciuti - ha detto il DS del team - ma
anticipare il pit-stop di 'Seb' era l'unica scel-
ta che potevamo fare in quel momento del-
la gara. Eravamo nel traffico con le due
McLaren e la Williams di Bottas, e non avre-
mo potuto passarle in pista perché ci man-
cava velocità di punta. L'unico modo era
anticipare la sosta, chiedere a Vettel qualche
giro veloce per guadagnare le posizioni e poi
gestire le gomme fino alla fine. Nei confron-
ti dei piloti con cui stavamo lottando in quel
momento era la scelta giusta da fare e ha
funzionato, ma non era la strategia giusta
per lottare con Daniel, che è arrivato a fine
gara con pneumatici di ben otto giri più fre-
schi".
Insomma, con cinquanta chilometri in
meno sulle coperture, Ricciardo aveva a
disposizione un vantaggio di grip che gli ha
permesso di giocare con Vettel come il gat-
to col topo, occasione che l'australiano non
si è fatto sfuggire. Quella sul campione del
mondo in carica è stata comunque solo una
delle tante manovre brillanti di una gara che
ha visto Daniel brillare di luce propria. A dif-
ferenza di Vettel, a Ricciardo la velocità di
punta non mancava affatto (sua la più alta
della corsa con 362,5 km/h contro i 339 del
compagno) segno che per mascherare le
carenze del V6 Renault la sua monoposto
era assettata scarichissima e con marce lun-
ghe per sfruttare al massimo la scia. L'au-
straliano ha utilizzato queste caratteristiche
al meglio per rimontare dopo un brutto
avvio e specialmente nella seconda parte
della gara, quella in cui poteva contare su
gomme più fresche degli altri, ha infilato una
serie di sorpassi davvero bellissimi. La pri-
ma vittima è stata Raikkonen, freddato con
un affondomillimetrico in Prima Variante al
giro 34; poi è toccato a Button, infilato men-
tre duellava con Perez, e poco dopo ovvia-
mente al messicano della Force India cui
Daniel ha riservato la stessa finta messa in
atto a Vettel qualche minuto più tardi.
Anche Magnussen, durissimo con tutti gli
altri, con lui ha ceduto le armi quasi senza
combattere. Dopo quelle di Ungheria e Sil-
verstone, insomma, un'altra prestazione
straordinaria e la conferma che straordina-
ria è anche la RB10: il genio di AdrianNewey
ha infatti creato una monoposto che su una
pista di motore come Monza è stata l'unica
davvero in grado di tenere testa alle macchi-
ne equipaggiate con i motori Mercedes. In
vista di Singapore, dove la Power Unit non
sarà così determinante, è una buona notizia
per gli uomini di Christian Horner. La con-
correnza, invece, farebbe bene a preoccu-
parsi...
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