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AUDI, IN CRISI

E CONTENTI

Quel punteggio raddoppiato conquistato

nella classica della Sarthe è proprio quello

che ha finora tenuto a galla l'Audi nella

classifica costruttori. Sono stati ben 84 i

punti racimolati dalla Casa di Ingolstadt in

Francia, ma il titolo della Toyota è ormai

solo una formalità che i giapponesi dovreb-

bero prendersi senza difficoltà nell'ultimo

appuntamento della stagione in Brasile,

visto che dal campo tedesco non pare che

siano rimaste molte cartucce da sparare.

Certo, abituati a vedere le vetture degli

anelli combattere ad armi pari con la con-

correnza, quando non dominarla, fa deci-

samente impressione vedere le R18 indife-

se come sono apparse tra Fuji, Shanghai e

Sakhir, ma i ben informati dicono che al di

là di difficoltà oggettive in queste debacle ci

sia anche una grossa componente strategi-

ca a fini politici, interni ed esterni. Audi

Sport, infatti, da una parte deve convince-

re la FIA che l'attuale equivalenza energe-

tica assegnata ai motori Diesel è del tutto

inadeguata e va modificata ben prima del-

la prossima 24 Ore di Le Mans (termine già

definito per il nuovo Balance of Performan-

ce) e dall'altra deve far capire al Consiglio

d'Amministrazione che con la concorrenza

serrata di Toyota e Porsche è necessario

incrementare nettamente le risorse desti-

nate allo sviluppo. In un contesto del gene-

re, sconfitte nette come quella del Bahrain

potrebbero addirittura fare gioco a Wol-

fgang Ullrich e ai suoi.

ALLE PORSCHE

MANCA IL PASSO

In casa Porsche la stagione si sta chiuden-

do con un netto progresso delle 919 Hybrid

in termini di performance. Le due pole con-

secutive ottenute nelle ultime due gare non

sono un caso, ma quello che manca adesso

è la capacità di non stressare troppo le gom-

me quando si gira su certi ritmi in gara, a

serbatoio pieno. Sakhir, pista decisamente

severa con gli pneumatici, ha messo ben in

evidenza questo punto debole della coupé

di Stoccarda, che anche per questo non è

riuscita a tenere testa neppure alla più len-

ta tra le due Toyota, quella di Wurz-Sarra-

zin-Conway. Un altro punto debole del

team tedesco sembra risiedere negli equi-

paggi: se le altremarche hanno almeno una

line-up che appare decisamente equilibra-

ta (Buemi-Davidson, Fassler-Lotterer-Tre-

luyer) in entrambe le 919 c'è uno squilibrio

evidente tra i piloti più rapidi (Neel Jani e

Timo Bernhard) e gli altri. Si tratta di un

problema difficile da risolvere ora che tut-

ti sono stati confermati per il 2015, ma un

rimescolamento degli equipaggi potrebbe

almeno dare qualche risultato.

La Porsche 919 Hybrid

seconda al traguardo