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Dempsey,
anatomia di una gioia
Lacrime: vere, mica roba da attore. Niente di scritto, niente di recitato. Un pianto dirotto, l'emo-
zione che trabocca e non si fa contenere. La prima volta a podio di Patrick Dempsey, il volto no-
tissimo del chirurgo Derek Sheperd in “Grey's anatomy”, una delle tv di più grande successo
dell'ultimo decennio, è stata da brividi, e le immagini della sua commozione hanno fatto il giro del
mondo. E che si tratti di brividi genuini, non roba da pr a beneficio della stampa, lo conferma il
fatto che Dempsey, alla sua quarta Le Mans, ha deciso da tempo di chiudere con “Grey's Ana-
tomy” proprio per dedicarsi alla sua grande passione, quella delle corse. Perché, come nel caso dei
suoi illustri colleghi Steve McQueen e Paul Newman, le corse per l'attore americano sono il copione
perfetto, quello che nessun sceneggiatore è in grado di riprodurre. Il secondo posto del Dem-
psey-Proton Team in GTE ha aggiunto gloria alla grande giornata Porsche, e Dempsey, al contra-
rio del suo collega gentleman Della Lana, intrecciatosi con un guard-rail a 45 minuti dalla fine,
quando era in testa con la Aston Martin, ha contribuito facendo il suo in pista, senza sbavature.
«Difficile trovare le parole per descrivere quanto significa per me questo podio a Le Mans – ha
detto – Ho sempre sognato un momento come questo. Ho lavorato duro negli ultimi tre anni per
arrivarci, e devo dire grazie anche al mio amico e compagno di squadra Patrick Long, che mi ha in-
segnato molto. Vive la France!». I fan e le fan di Grey's Anatomy, Hillary Clinton compresa, se ne
dovranno fare una ragione.
La Ferrari
di Andrea Bertolini