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proprio la possibilità, appellarsi ai propri coetanei che guar-

dano da fuori. Certo c’è chi esce dal coro. Lo fa bene proprio

la Prema, con i video che mettono i piloti alle prese con le sfide

più improbabili e che li ritraggono, senza filtri, nella quotidia-

nità. Ma la voglia della serie di aprirsi al mondo è tanta anche

all’interno della serie. Tutti sanno, chi più chi meno, che se si

vuole sopravvivere oggi non si può pensare di andare avanti

sempre balzando da un padre miliardario all’altro, lo Stroll, il

Norris, il Mazepin o il Laliberté della situazione. E’ una coperta

corta.

Qual è la rotta

per il futuro?

Dove si va? Lasciando perdere il tema della futura fusione con

la GP3 Series, che vive ancora di alti e bassi in una non chiara

modalità di attuazione, la strada tracciata a livello di immagine

sembra buona e valida. Capire cosa può far rinascere la pas-

sione nei più giovani. Dar loro informazioni belle, interessanti.

Promuovere i piloti per come sono, non per come si pensa che

debbano essere. Il nemico è la lotta di potere al vertice, cosa

che in una categoria di passaggio ha il sapore di una caricatura

della Formula 1, ma anche la voglia di scimmiottare a tutti i

costi la massima serie negli aspetti negativi, censurando e “ve-

lando” tutto. Da qui, dal trovare una sostenibilità che coinvolga

anche un pubblico “vero”, passa il futuro delle corse anche

nelle categorie minori. Non è possibile che un ambiente che

“da dentro” è così interessante tecnicamente e umanamente

non riesca ad esprimersi.

il giro in pista a piedi è uno dei momenti più

interessanti del weekend, in cui escono lo

spirito di gruppo e anche un po’ di ironia