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LA NOVITA’

Con un occhio

al progetto FIA

Formula 3 Regional

Poi c'è la seconda puntata...

«Sì, e qui entra in gioco Tedak, preparatore e costruttore di

Scandiano, in provincia di Reggio Emilia. Il suo sogno era di far

correre una vettura nella categoria European Rally Cross e in

prospettiva per il World Rally Cross. Il regolamento dell'euro-

peo prevede un motore 1.6 aspirato, che lui voleva montare

su una MiTo. Un motore così però nel mondo Fiat non esisteva;

o meglio, esisteva in Brasile, l'erede del vecchio motore Tor-

que, ma Tedak voleva utilizzare un prodotto italiano sotto tutti

i profili. Abbiamo pensato quindi che al 1750 turbo si poteva

ridurre la cilindrata e togliere il turbo, riprogettando dunque

completamente il motore, sconvolgendolo se si vuole rispetto

a quello di serie, ma ottenendo comunque prestazioni interes-

santi. E qui passiamo alla terza puntata...

Dove entrano in scena le Formula.

«Esatto. Nel frattempo la Fia ha iniziato a parlare di Formula 3

Regional, un'idea che oggi è in uno stadio, diciamo così, embrio-

nale ma avanzato. Il motore a cui si pensa ha prestazioni che si

aggirano sui 230-240 cavalli, quindi il 1750 di partenza sarebbe

già pronto: unica variabile fondamentale è che in questo caso ser-

virebbe non più una lubrificazione a carter umido, ma a carter

secco, per montarlo su vetture Formula. E si può fare».

Un motore per

vetture turismo, rally,

formula e prototipi

Arriviamo dunque alla quarta e ultima puntata. L'ultimo tas-

sello: almeno per ora...

«Proprio così. Ci viene chiesto chiede di sviluppare un 1.6 turbo

proprio sulla base di cui abbiamo parlato, per una possibile omo-

logazione R3 e successivamente R5. E a questo punto ci ren-

diamo conto definitivamente che sullo stesso motore di partenza

possiamo in realtà intervenire, seguendo diverse strade, per

adattarlo ad un numero davvero ampio di categorie, almeno in

Europa. Lasciando invariata la base e la meccanica, ma andando

poi a prendere dalle varie categorie la componentistica che ci

serve, e cercando di arrivare ad un prodotto che sia 'centrale' ri-

spetto alle esigenze di tutti: ad esempio utilizzando una biella

più robusta di quella che servirebbe su un motore aspirato, e più

spinta che sul turbo. Da un 1750 possiamo insomma arrivare ad

un 1.6 turbo o aspirato, con carter secco o carter umido, quindi

sfruttabile da vetture turismo, rally, formula e prototipi; oppure

ad un 1.8 o 2.0, aspirato o turbo. Del resto un po' tutti i campio-

nati stanno indirizzandosi verso una riduzione della cilindrata e

puntano in generale a ridurre i costi. Noi su questa base pos-

siamo realizzare un autentico global engine, da non intendersi

come quello del WTCC, che alla fine viene utilizzato solo lì e nel

WRC. Ma sicuramente più “global”».

Teoricamente qual è lo spettro di categorie che potrebbero

servirsi di questo global engine?

«E' un motore leggero e compatto, compatibile con il montag-

gio su vetture formula, rally, prototipi e turismo. Nel rally par-

liamo soprattutto di omologazioni R3, R5. Volendo anche con

Giovanni

Delfino