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Un solo propulsore
capace di adattarsi
alle esigenze di tanti
campionati, anche di
vertice, garantendo
costi contenuti e
prestazioni di grande
livello. Non è un'utopia,
ma una realtà che sta
nascendo in Italia. A
raccontarci come è
Giovanni Delfino,
titolare
dell'Autotecnica Motori
di Casalmaggiore
di Stefano Semeraro
Il 'global engine', rivisitazione del motore globale sviluppato partendo da un'unica base e
adattabile a tante categorie che può garantire prestazioni di livello a costi ragionevoli, ormai
esiste. Lo sta mettendo a punto in Val Padana, dalle parti di Casalmaggiore, fra Parma e
Cremona, la Autotecnica Motori di Giovanni Delfino e Renzo Federici, una delle realtà mo-
toristiche più interessanti a livello non solo italiano, ma mondiale. Ed è proprio Giovanni
Delfino a raccontarci come è nata questa sfida. «In realtà è nata per caso. Premetto che il
mio passato è segnato dall'Alfa Romeo, a quel marchio sono sempre stato legato visto che
sono nato ad Arese con l'insegna del biscione davanti agli occhi. Mi sono laureato in Alfa
Romeo produzione, poi sono passato alla N-Technology, il mio cuore insomma è rimasto le-
gato lì. La contingenza nasce perché Andrea Bacci due anni fa ci chiese di immaginare e svi-
luppare un motore Alfa per il TCR. L'Alfa un motore adatto (2litri turbo) non lo aveva, così
ci propose di sviluppare il 1750 4 cilindri turbo della 4C. Un motore che già di serie garantiva
prestazioni interessanti, attorno ai 230 cavalli. Intervenendo solo sull'elettronica, sul turbo-
compressore, e parzialmente sulla lubrificazione - con un accorgimento per garantire l'otti-
male pescaggio dell'olio -, ma lasciando intatto il manovellismo e la distribuzione, in sala
prova si arrivava ai 330 cavalli. Un'ottima base, anche calcolando di non sfruttare proprio
tutta la potenza disponibile per assicurare l'affidabilità».