Michele Montesano
Dopo una pausa lunga quattro anni il WRC è tornato in Cile. Era il 2019 quando, per la prima volta, la gara ricavata nei pressi di Concepciòn si affacciava nel Mondiale Rally. La pandemia globale ha poi rimandato più volte il ritorno della prova andina che quest’anno farà da palcoscenico al terzultimo atto stagionale.
Il Cile rappresenta il primo match point per Kalle Rovanperä che potrà confermarsi, per il secondo anno consecutivo, campione del mondo. Reduce dalla vittoria dell’Acropoli, il Flying Finn della Toyota può vantare un margine di trentatré lunghezze sul diretto inseguitore, nonché compagno di squadra, Elfyn Evans. La prova sudamericana evoca inoltre dolci ricordi per Rovanperä che nel 2019 conquistò la vittoria in WRC2 Pro oltre all’ottavo posto in classifica assoluta. Dal canto suo, Evans dovrà obbligatoriamente battere sul campo il finnico per restare ancora in lizza nel mondiale.
Seppur ridotte al lumicino, Thierry Neuville ha ancora delle minime chance per ambire al titolo. Proprio il belga della Hyundai, quattro anni fa, fu protagonista di una spettacolare uscita di strada nella speciale di Maria Las Cruces. Inoltre a bruciare è ancora il mesto ritiro quando era al comando dell’Acropoli, Neuville (nella foto sotto) potrà quindi riscattarsi sulle prove cilene supportato da Esapekka Lappi e dal rientrante Teemu Suninen, al suo terzo rally al volante della i20N.
Nel 2019 a vincere in Cile fu Ott Tänak che, al termine della stagione, si laureò campione del mondo con Toyota. A distanza di quattro anni, l’estone si trova in una situazione tutt’altro che rosea. Vessato dai continui problemi meccanici della Ford Puma, Tänak non è più riuscito a salire sul podio dal Rally di Croazia di aprile. Il Cile sarà dunque l’occasione per vedere se gli uomini di M-Sport avranno sistemato l’affidabilità delle Puma. In Sudamerica il team di Cockermouth schiererà quattro Ford, oltre alle Puma di Tänak e Pierre-Louis Loubet, ci sarà il debutto di Gregoire Munster e del pilota cileno Alberto Heller.
Siglando il riferimento nello Shakedown di Bio Bio, Evans ha aperto le danze del Rally del Cile. Il gallese ha completato i 5,75 km cronometrati con un riferimento di 3’59”6 battendo di mezzo secondo Rovanperä. Proprio il finnico domani sarà costretto ad aprire le speciali trovando sicuramente un fondo più sporco. Seppur a oltre un secondo dal battistrada Evans, Loubet ha sorpresa è risuscito a siglare il terzo crono.
Autore del quarto posto, Suninen è stato il più rapido tra i piloti Hyundai terminando la sessione davanti a Takamoto Katsuta. Per appena un decimo Neuville si è dovuto accontentare del sesto crono precedendo la Ford Puma di Tänak che nel primo passaggio era riuscito a salire tra i primi tre. Ottavo, Lappi ha avuto la meglio solamente sulle Ford di Munster ed Heller (nella foto sotto), entrambi i piloti M-Sport hanno positivamente impressionato alla loro prima presa di contatto con una Rally1.
Vista l’assenza di Andreas Mikkelsen, il Rally del Cile potrà essere una buona occasione per riaprire la lotta nel WRC2. A dettare l’andatura nello Shakedown è stato il campione in carica Emil Lindholm. Autore di un crono di 4’12”3, il pilota Hyundai ha battuto le due Skoda Fabia griffate Toksport WRT di Gus Greensmith e Oliver Solberg. A seguire Fabrizio Zaldivar e Yohan Rossel che hanno completato le prime cinque posizioni.
Anche se il centro delle attività è ancora nei pressi di Concepciòn, rispetto all’ultima edizione il Rally del Cile presenta un percorso in parte ridisegnato. Composto da 16 Prove Speciali, per un totale di 321 km cronometrati, la prova sudamericana si presenta con un fondo sterrato veloce e tecnico simile a quelli della Nuova Zelanda e del Galles. Le ostilità prenderanno il via con la tappa di venerdì che prevede 112,86 km cronometrati con le speciali di Pulperia, Rere e Rio Clara ripetute due volte.
Con i suoi 154,08 km cronometrati, sabato sarà la giornata più massacrante dell’intero Rally del Cile. Rimasta inalterata rispetto la prima edizione, la tappa sarà composta dai due passaggi di Chivilingo, Rio Lia e la Maria Las Cruces, quest’ultima la PS più lunga del fine settimana. Benché caratterizzata da solo quattro speciali per un totale di 54,12 km, l’ultima tappa sarà ugualmente impegnativa con i due passaggi di Las Pataguas e di El Ponen. Visto il fondo liscio e soffice, Pirelli ha deliberato le Scorpion Soft quale mescola principale. Le Hard saranno invece più indicate nelle speciali lunghe, oltre che nei secondi passaggi quando il manto stradale si presenterà più rovinato e insidioso.
Giovedì 28 settembre 2023, shakedown (top 15)
1 - Evans-Martin (Toyota GR Yaris Rally1) - Toyota - 3'59"6
2 - Rovanpera-Halttunen (Toyota GR Yaris Rally1) - Toyota -4'00"1
3 - Loubet-Gilsoul (Ford Puma Rally1) - M Sport - 4'00"7
4 - Suninen-Markkula (Hyundai i20N Rally1) - Hyundai - 4'00"9
5 - Katsuta-Johnston (Toyota GR Yaris Rally1) - Toyota - 4'01"1
6 - Neuville-Wydaeghe (Hyundai i20N Rally1) - Hyundai - 4'01"2
7 - Tanak-Jarveoja (Ford Puma Rally1) - M Sport - 4'01"6
8 - Lappi-Ferm (Hyundai i20N Rally1) - Hyundai - 4'03"4
9 - Munster-Louka (Ford Puma Rally1) - M Sport - 4'04"6
10 - Heller-Allende (Ford Puma Rally1) - M Sport - 4'07"6
11 - Lindolm-Hamalainen (Hyundai i20N WRC2) - Hyundai - 4'12"3
12 - Greensmith-Andersson (Skoda Fabia WRC2) - Toksport - 4'15"0
13 - Solberg-Edmondson (Skoda Fabia WRC2) - Toksport - 4'15"1
14 - Zaldivar-Der Ohannesian (Hyundai i20N WRC2) - Hyundai - 4'15"7
15 - Rossel-Dunand (Citroen C3 WRC2) - PH Sport - 4'17"3